Addio a Ornella Vanoni, icona della musica italiana: 91 anni


Milano - Milano piange la scomparsa di Ornella Vanoni, deceduta all’età di 91 anni nella sua abitazione poco prima delle 23 a causa di un arresto cardiocircolatorio. I soccorritori del 118 sono arrivati sul posto quando, purtroppo, la cantante si era già spenta.

Una voce inconfondibile e una presenza costante nella musica italiana per quasi settant’anni, Vanoni ha lasciato un segno indelebile nella cultura nazionale. Il suo debutto risale alla metà degli anni Cinquanta, e nel corso della carriera ha realizzato più di cento lavori tra album, raccolte ed EP, con oltre 55 milioni di copie vendute, collocandosi tra le interpreti italiane più amate e seguite.

I grandi successi

Tra i suoi brani più celebri: Senza fine, scritto da Gino Paoli, Che cosa c'è, L'appuntamento, Tristezza, La musica è finita – portata a Sanremo nel 1967 – Una ragione di più e Io ti darò di più. La sua voce, riconoscibile per la timbrica unica e l’approccio interpretativo raffinato, ha reso Vanoni immediatamente distintiva nel panorama musicale italiano.

Una carriera lunga e versatile

Nata a Milano il 22 settembre 1934, Ornella Vanoni è stata cantante, attrice e conduttrice televisiva, attraversando decenni di storia culturale con una costante forza espressiva. Il suo repertorio spaziava dalle celebri Canzoni della mala degli esordi al pop d’autore, fino alla bossa nova e al jazz. Memorabile la collaborazione con Toquinho e Vinícius de Moraes nell’album La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria del 1976.

Ha lavorato con grandi nomi del jazz internazionale, tra cui George Benson, Herbie Hancock, Gil Evans e Ron Carter, e con autori italiani come Gino Paoli, Paolo Conte, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Renato Zero e Riccardo Cocciante. Anche le nuove generazioni, tra cui Bungaro, Pacifico e Francesco Gabbani, hanno avuto modo di condividere con lei palco e studio.

Sanremo e i riconoscimenti

Vanoni ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, ottenendo il secondo posto nel 1968 con Casa bianca e tre volte il quarto posto con brani come La musica è finita (1967), Eternità (1970) e Alberi (1999). Proprio nell’ultima partecipazione fu premiata con il Premio Città di Sanremo alla carriera, prima artista nella storia del Festival a ricevere tale riconoscimento.

È stata inoltre l’unica donna e la prima artista a vincere due Premi Tenco, a cui si aggiunge una Targa Tenco, oltre al Premio Tenco Speciale 2022, istituito appositamente per celebrare la sua carriera straordinaria.

Un’artista ironica e profonda

Negli ultimi anni, Vanoni ha conquistato anche il pubblico televisivo con la sua leggerezza e autoironia, incarnando un paradosso che l’ha accompagnata per tutta la vita: diva senza retorica, fragile e pungente, ironica e profonda.

Riguardo alla sua età e alla vecchiaia, diceva: “Sono vecchia? Sì. Ma sono unica”. E lo era davvero. Nel suo album Unica racchiudeva la verità del suo essere e la capacità di affrontare la vita e la morte con lucidità: “Non ho paura della morte. Capirò quando sarà arrivato il momento, quando io non servirò più alla vita e la vita non servirà più a me”.

Ornella Vanoni resterà per sempre una voce immortale della musica italiana, con un’eredità artistica e culturale destinata a durare per generazioni.

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