KIEV – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto per la prima volta in maniera esplicita l’invito-sfida di Vladimir Putin a recarsi a Mosca per un incontro faccia a faccia. In un’intervista all’emittente americana ABC News, Zelensky ha affermato: “Io non posso andare a Mosca quando il mio Paese è sotto attacco missilistico ogni giorno. Non posso andare nella capitale di questo terrorista. Putin lo capisce”.
La dichiarazione arriva in un momento di tensione crescente: dopo la riunione di Parigi, Putin ha rifiutato le garanzie di sicurezza per Kiev proposte dai Paesi Volenterosi e ha avvertito che eventuali truppe occidentali schierate in Ucraina diverrebbero un “bersaglio legittimo” per le forze russe.
Di segno opposto, Zelensky ha ribadito l’urgenza di garanzie immediate, auspicando che migliaia di soldati alleati possano essere dispiegati nel Paese prima della fine del conflitto.
Sul fronte internazionale, il presidente Donald Trump, ora commentatore politico, ha rinominato il Pentagono “Dipartimento della guerra” e ha annunciato l’intenzione di parlare nuovamente con Putin, definendo la guerra in Ucraina “una vergogna che deve finire”.
Parallelamente, l’Unione Europea ha lanciato un avvertimento al primo ministro ungherese Viktor Orbán, invitandolo a smettere di acquistare energia da Mosca, sottolineando le tensioni sulla dipendenza energetica dalla Russia.
Il contrasto tra le posizioni di Kiev e Mosca conferma la difficoltà di trovare un terreno comune per negoziati diretti, mentre l’attenzione internazionale rimane alta sulle prossime mosse diplomatiche e militari.
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