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Durante una conferenza stampa all’Eliseo, Macron ha dichiarato: «È giunto il momento per la Francia di contribuire in modo concreto a una pace duratura riconoscendo il diritto dei palestinesi a uno Stato». Il riconoscimento formale è atteso nei prossimi giorni e segue analoghi passi da parte di altri Paesi europei, tra cui Spagna, Irlanda e Norvegia.
Netanyahu: “È un premio al terrore”
La reazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, ha definito la decisione francese «un premio al terrore» e ha accusato Parigi di «minare ogni prospettiva di pace, rafforzando i nemici della sicurezza di Israele».
Secondo il leader israeliano, «riconoscere uno Stato palestinese in questo momento significa legittimare Hamas, un’organizzazione terroristica che ha rifiutato ogni compromesso nei colloqui recenti».
Hamas: “Passo positivo”
Sul fronte opposto, Hamas ha accolto con favore l’annuncio di Macron, definendolo «un passo positivo» verso la legittimazione dei diritti del popolo palestinese. In un comunicato, il movimento islamista ha affermato che «il riconoscimento da parte della Francia rafforza la giustezza della causa palestinese e la lotta contro l’occupazione».
Vertice d’urgenza Londra-Parigi-Berlino
La tensione diplomatica si è estesa anche in Europa. Il premier britannico Keir Starmer ha convocato per oggi una consultazione d’emergenza con i leader di Francia e Germania per coordinare una risposta comune alla crisi in Medio Oriente e analizzare le implicazioni della decisione francese. L’iniziativa arriva in seguito al naufragio dei colloqui di Doha, mediati da Stati Uniti e Qatar, e considerati una delle ultime chance per una tregua tra Israele e Hamas.
Witkoff: “Hamas ha scelto l’egoismo”
Durissima anche la posizione americana. L’inviato speciale statunitense per il Medio Oriente, David Witkoff, ha parlato apertamente di «una posizione egoistica da parte di Hamas», accusando il movimento di aver fatto fallire il dialogo per propri interessi. Witkoff ha annunciato inoltre il ritiro immediato del team negoziale USA dal Qatar, segnalando una brusca frenata dell’impegno americano nei colloqui.
Un nuovo equilibrio?
Il riconoscimento francese potrebbe ridefinire gli equilibri geopolitici in Europa e nei rapporti con Israele. Se da un lato molti analisti lo interpretano come un tentativo di rilanciare il processo di pace a partire dal riconoscimento reciproco, altri temono che possa invece irrigidire ulteriormente le posizioni e ostacolare una soluzione negoziata del conflitto.
La comunità internazionale guarda ora alle prossime mosse di Berlino, Londra e Washington, in un contesto dove ogni decisione rischia di avere conseguenze globali.
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