Caso Open Arms, la Procura di Palermo ricorre in Cassazione contro l’assoluzione di Matteo Salvini

PALERMO – La Procura di Palermo ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza con cui il tribunale ha assolto il leader della Lega, Matteo Salvini, dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nel caso Open Arms. Il ricorso è di tipo “per saltum”, ovvero diretto, che permette di bypassare il giudizio d’appello per arrivare a una pronuncia immediata della Suprema Corte.

La vicenda riguarda i fatti dell’agosto 2019, quando Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, impedì per giorni lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave della ONG spagnola Open Arms, lasciandoli a bordo al largo di Lampedusa. Dopo un lungo processo, il 20 dicembre 2023 il tribunale di Palermo lo aveva assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”. Le motivazioni della sentenza sono state depositate lo scorso giugno.

Nel ricorso, i magistrati contestano la lettura giuridica adottata nella sentenza. Secondo la Procura, la decisione del Tribunale non smentisce la ricostruzione dei fatti presentata dall’accusa — ritenuti dunque accertati — ma si limita a interpretare in modo errato leggi nazionali e convenzioni internazionali. In particolare, sostiene l’ufficio del pubblico ministero, il verdetto avrebbe erroneamente stabilito che l’Italia non avesse l’obbligo di assegnare un porto sicuro alla nave spagnola. Alla luce di ciò, secondo i pm, un processo d’appello risulterebbe inutile, ed è per questo che è stato scelto il ricorso diretto in Cassazione.

Le reazioni

Matteo Salvini ha commentato con fermezza:

“Ho fatto più di trenta udienze, il Tribunale mi ha assolto perché il fatto non sussiste, riconoscendo che difendere l’Italia e i suoi confini non è un reato. Evidentemente qualcuno non si rassegna. Andiamo avanti: non mi preoccupo”.

Di segno opposto le parole di Oscar Camps, fondatore della ONG Open Arms:

“I fatti sono stati ampiamente ricostruiti in primo grado, abbiamo piena fiducia nel lavoro della Procura”.

Ora spetta alla Corte di Cassazione esprimersi sulla legittimità della sentenza e sulla corretta interpretazione del quadro normativo nazionale e internazionale relativo al soccorso in mare e ai diritti dei migranti. La decisione potrebbe riaprire il caso o confermare l’assoluzione definitiva per l’ex ministro dell’Interno.

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