WASHINGTON – La tensione tra Donald Trump ed Elon Musk continua ad aumentare, trasformandosi in una vera e propria battaglia a colpi di dichiarazioni al vetriolo, sondaggi social e minacce politiche. Tutto è cominciato due giorni fa con un botta e risposta via social, ma ora il conflitto si allarga e tocca anche temi cruciali per l’economia americana: dai contratti governativi di Tesla e SpaceX, fino alla creazione di un possibile nuovo partito politico.
Il terzo partito di Musk: “Rappresentiamo l’80% del Paese”
A infiammare ulteriormente la lite è stato Elon Musk, che ha annunciato di voler fondare un nuovo movimento politico, chiamato “The America Party”, che secondo lui rappresenterebbe “l’80% della popolazione”. Il miliardario sudafricano ha condiviso i risultati di un sondaggio sul proprio profilo, sostenendo che “il popolo ha parlato” e che serve una forza alternativa ai due grandi partiti storici.
Trump replica: “Il lavoro del Doge non è finito”
La replica di Trump non si è fatta attendere. Il presidente ha minimizzato l’influenza di Musk – “non ho pensato a lui, ero impegnato con Cina, Russia e Iran” – ma ha anche lanciato messaggi chiari e minacciosi: “Il lavoro del Doge non è finito, ne stiamo prendendo il controllo”.
Con questa affermazione, Trump si riferirebbe alla piattaforma X (ex Twitter), controllata proprio da Musk, e che potrebbe tornare strategica in vista delle elezioni. “Molte delle persone assunte da Musk rimarranno, abbiamo risparmiato centinaia di migliaia di dollari”, ha detto, facendo intuire un intervento diretto nella gestione dell’azienda o della piattaforma.
Contratti sotto esame: “Faremo quello che è giusto per il Paese”
Trump ha anche annunciato un riesame completo dei contratti governativi affidati alle aziende di Musk, che spaziano dalla difesa spaziale al trasporto infrastrutturale. “Ci sono un sacco di soldi e sussidi, vedremo cosa è meglio per lui e per il Paese”, ha detto, lasciando intendere la possibilità di tagli. Ha infine affermato di non essere a conoscenza di eventuali indagini in corso sulle aziende del magnate: “Non so nulla, lascerò che le indagini parlino da sé”.
Un danno miliardario per Musk
Lo scontro con il presidente USA ha avuto ripercussioni pesantissime sul mercato: le azioni Tesla hanno perso oltre il 14% in una sola seduta, bruciando circa 150 miliardi di dollari di capitalizzazione. Per Musk, che detiene una quota significativa della compagnia, la perdita personale stimata è di 34 miliardi di dollari, un colpo storico per il colosso dell’elettrico. Nonostante ciò, Musk resta l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 334 miliardi.
Le origini della frattura
La frattura tra i due è diventata pubblica durante un incontro alla Casa Bianca con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Trump ha ammesso di aver avuto un ottimo rapporto con Musk in passato, ma di “non sapere se lo avranno ancora”. Da quel momento in poi, si è scatenato un conflitto aperto sui social: Musk ha evocato l’impeachment di Trump, mentre il presidente ha minacciato di tagliare fondi e contratti alle sue aziende.
Musk, infine, ha anche lanciato un allarme economico, affermando che i dazi imposti dall’amministrazione Trump “porteranno a una recessione nella seconda metà dell’anno”.
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