Scossa in Medio Oriente: attacco senza precedenti di Israele all’Iran. Teheran: “È guerra”


TEHERAN –
Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2025, Israele ha sferrato un attacco militare su larga scala contro l’Iran. L’operazione, condotta da circa 200 caccia dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane), ha colpito con oltre 300 bombe numerosi obiettivi militari e strategici, tra cui installazioni legate al controverso programma nucleare iraniano. A essere gravemente danneggiato è stato anche il sito di Natanz, noto per l’arricchimento dell’uranio.

Secondo fonti iraniane, l’attacco sulla capitale Teheran e altre aree del Paese ha causato 78 morti e 329 feriti, colpendo anche zone residenziali. Le operazioni militari sono proseguite nel corso della giornata, in quella che appare come una delle offensive più violente nella storia recente del conflitto tra i due Paesi.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’azione un "successo iniziale" e ha annunciato che l’offensiva proseguirà "per giorni". Il governo israeliano motiva l’attacco con l’accelerazione del programma nucleare iraniano, che secondo l’intelligence di Tel Aviv starebbe raggiungendo una soglia critica.

Decapitati vertici militari e nucleari iraniani

Tra le vittime illustri, secondo fonti locali, figurano Mohammad Bagheri, capo di Stato maggiore dell’Esercito iraniano, e Hossein Salami, comandante delle Guardie Rivoluzionarie (Pasdaran). Uccisi anche almeno sei scienziati nucleari e, stando al ministro israeliano Israel Katz, "molti dirigenti dell’aeronautica delle Guardie Rivoluzionarie" sarebbero morti durante una riunione segreta sotterranea.

Reazioni e minacce: “Destabilizzazione globale”

La risposta di Teheran è stata durissima. La guida suprema Ali Khamenei ha parlato di una "dichiarazione di guerra", promettendo un "destino doloroso per Israele" e accusando anche gli Stati Uniti di complicità. Tuttavia, Washington si è affrettata a smentire ogni coinvolgimento: "Non siamo parte dell’attacco", ha dichiarato il portavoce del Pentagono.

L’ex presidente Donald Trump, pur ribadendo che “l’Iran non può avere la bomba atomica”, ha definito l’attacco “un ostacolo ai negoziati” sul nucleare avviati dagli Usa. Il senatore repubblicano Marco Rubio ha avvertito l’Iran di “non prendere di mira gli interessi statunitensi nella regione”.

Israele in stato di allerta, ambasciate chiuse

Come misura precauzionale, Israele ha chiuso tutte le sue ambasciate nel mondo, temendo ritorsioni. Intanto, l’IDF ha dichiarato che “l’Iran ha lanciato oltre 100 droni armati, tutti intercettati fuori dai confini israeliani”.

Cresce la tensione internazionale

Il mondo guarda con crescente preoccupazione a quanto sta accadendo. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha invitato a "impedire un’escalation incontrollabile". La Turchia ha condannato duramente l’azione israeliana e chiesto l’immediata cessazione degli attacchi. La Cina ha lanciato un appello alla moderazione, mentre la Russia si è detta “profondamente preoccupata”.

In Italia, la premier Giorgia Meloni ha convocato un vertice urgente con i ministri chiave, mentre il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito: “La nostra posizione è quella del dialogo e della diplomazia”.

Allarme globale

Con lo scontro tra Israele e Iran entrato in una fase senza precedenti, il rischio di un conflitto regionale o addirittura globale è ora più concreto che mai. Teheran ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, mentre cresce l’attesa per la reazione del mondo arabo e per eventuali ripercussioni nei mercati e sulla sicurezza internazionale.

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