Piemonte, maltrattamenti in comunità per disabili: 8 arresti tra Torino e Cuneo


TORINO – Un nuovo caso di maltrattamenti ai danni di persone fragili scuote il Piemonte. Questa mattina, nelle province di Torino e Cuneo, i Carabinieri del N.A.S. di Torino, supportati dal personale del NAS di Alessandria e dai militari dei Comandi Provinciali di Torino e Cuneo, hanno dato esecuzione a 8 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 6 perquisizioni domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta su gravi episodi di maltrattamenti a carico di persone con disabilità intellettive e cognitive.

I provvedimenti, emessi dalla Procura della Repubblica di Torino, riguardano sette operatori socio sanitari e uno psicoterapeuta in servizio presso una comunità del Pinerolese, gestita da una cooperativa attiva anche in Lombardia. I reati contestati sono maltrattamenti aggravati in concorso (artt. 81 e 572 co. 2 del Codice Penale).

Le indagini, complesse e articolate, hanno permesso di documentare un quadro inquietante: episodi sistematici e quotidiani di violenze fisiche e verbali, schiaffi, strattoni, ingiurie, nonché atteggiamenti vessatori e umilianti nei confronti degli ospiti disabili della struttura.

A uno degli indagati è contestato anche il reato di violenza sessuale aggravata (artt. 81 e 609-bis co. 1 C.P.), per presunti toccamenti e palpeggiamenti delle parti intime di un ospite disabile.

L’operazione odierna è il seguito dell’intervento dello scorso 17 aprile, quando tre operatori della stessa comunità furono arrestati “in differita” (art. 382-bis c.p.p.), grazie alla documentazione raccolta durante i primi accertamenti.

Tutti gli arrestati sono ora agli arresti domiciliari, mentre continuano gli approfondimenti investigativi. Il caso riporta con forza al centro dell’attenzione l’urgenza di rafforzare i controlli e la vigilanza nelle strutture socio-assistenziali, in particolare quelle dedicate alle persone più vulnerabili.

Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, gli indagati devono considerarsi non colpevoli fino a eventuale sentenza definitiva di condanna.

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