Teheran torna a far sentire la sua voce. In un messaggio video trasmesso dalle principali emittenti iraniane, la Guida suprema Ali Khamenei è riapparsa pubblicamente per la prima volta dopo la fine della cosiddetta “guerra dei 12 giorni”, proclamando quella che ha definito “una vittoria storica” dell’Iran contro Israele.
“Congratulazioni alla grande nazione iraniana per la vittoria sul regime sionista”, ha dichiarato Khamenei, affermando che l’Iran ha “resistito e reagito con forza ai nemici” e attaccando frontalmente gli Stati Uniti: “Trump esagera l’impatto dei raid sui nostri siti nucleari. La Repubblica Islamica ha inflitto un duro schiaffo all’America.”
Le parole del leader iraniano arrivano in un clima di fortissima tensione regionale, dopo quasi due settimane di scontri diretti e attacchi incrociati che hanno coinvolto non solo Iran e Israele, ma anche milizie alleate e interessi occidentali nell’area.
La reazione degli Stati Uniti
Non si è fatta attendere la risposta della Casa Bianca, che ha accusato Khamenei di “voler salvare la faccia” dopo aver subito, secondo Washington, danni significativi alle sue infrastrutture militari e nucleari.
Un portavoce dell’Amministrazione Biden ha definito “ridicola” la narrativa di Teheran, sottolineando che gli attacchi coordinati di Stati Uniti e Israele hanno “ridimensionato significativamente le capacità strategiche dell’Iran”.
Katz: “Volevamo eliminare Khamenei”
Ad aumentare la tensione è stata anche un’intervista shock rilasciata dal ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, a Channel 13, nella quale ha ammesso che Israele aveva “l’intenzione operativa di eliminare l’ayatollah Khamenei”, ma “l’occasione non si è mai presentata”.
Una rivelazione che, se confermata, potrebbe avere gravi ripercussioni diplomatiche e alimentare ulteriori escalation.
Gaza: Israele blocca gli aiuti, UE chiede cessate il fuoco
Nel frattempo, Israele ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti umanitari a Gaza, in seguito alle pressioni del ministro ultranazionalista Bezalel Smotrich, che aveva minacciato le dimissioni dal governo Netanyahu in caso di mancato intervento per impedire che gli aiuti finissero nelle mani di Hamas.
La decisione ha scatenato critiche internazionali, in particolare dall’Unione Europea. Il Consiglio europeo ha lanciato un appello urgente per un “cessate il fuoco immediato” e il rilascio incondizionato degli ostaggi, definendo “terribile” la situazione umanitaria nella Striscia e chiedendo a Israele di “revocare completamente il blocco su Gaza”.
Una regione sull’orlo del collasso
Dopo 12 giorni di guerra ad alta intensità e con le principali potenze ancora in pieno confronto diplomatico, lo scenario mediorientale resta altamente instabile. Le dichiarazioni di Khamenei e di Katz mostrano chiaramente che, al di là della tregua militare, la guerra politica e simbolica tra Iran e Israele è tutt’altro che conclusa. E il rischio di nuove fiammate resta elevato.
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