Crisi dell’Automotive: Palombella (Uilm) accusa Governo e Stellantis, pronta nuova mobilitazione

ROMA – "La crisi senza precedenti del settore auto è responsabilità diretta di Stellantis e del Governo italiano", afferma senza mezzi termini Rocco Palombella, Segretario Generale della Uilm. In una dura nota, il sindacalista punta il dito contro l’azienda e le istituzioni, denunciando la mancata attuazione di impegni e strategie per il rilancio del comparto.

"Stellantis – spiega Palombella – non ha rispettato le promesse: stabilimenti fermi, produzione ai minimi storici, e delocalizzazione all’estero di marchi simbolo dell’industria italiana. Dall’altra parte, il Governo ha prima fatto annunci roboanti sull’obiettivo di un milione di auto prodotte e sull’arrivo di tre nuovi investitori esteri, per poi tagliare 4,6 miliardi dal fondo automotive, praticamente azzerandolo".

Le risorse stanziate dal Ministro Urso, pari a 700 milioni, sono definite dal leader Uilm come "pannicelli caldi", insufficienti a fronteggiare una transizione all’elettrico che "il Governo non è stato in grado di gestire".

Un settore in ginocchio

La crisi dell’automotive ha già avuto effetti devastanti sull’occupazione. "Negli ultimi anni abbiamo perso 15mila posti di lavoro. Ora ci troviamo di fronte a un ulteriore rischio: senza garanzie da Stellantis, 500 lavoratori delle aziende della logistica – come Trasnova, Logitech e Teknoservice – saranno licenziati entro fine mese", avverte Palombella.

Il Segretario Uilm richiama all’urgenza dell’incontro fissato per il 12 dicembre a Torino, dove Stellantis dovrà chiarire i propri piani, e del successivo tavolo al MIMIT il 17 dicembre, dove saranno richieste misure strutturali, tra cui:

  • Ripristino totale del fondo automotive;
  • Vincolo dei finanziamenti pubblici alla tutela occupazionale e alla produzione nazionale;
  • Piani dettagliati per i nuovi modelli industriali che rispettino le regole europee sulle emissioni senza penalizzare il lavoro in Italia.

La lotta dei lavoratori

Il sindacato non esclude nuove mobilitazioni. Dopo il grande sciopero generale del 18 ottobre, che ha portato oltre 20mila lavoratori in piazza a Roma, Palombella avverte: "Se il 17 non ci saranno garanzie né una convocazione a Palazzo Chigi, ripartirà la mobilitazione. Non accetteremo intese senza misure concrete".

Il futuro del settore

Per Palombella, il futuro dell’automotive non può essere esclusivamente elettrico. "L’obiettivo è ridurre le emissioni di CO2, ma ciò può avvenire anche mantenendo motori non elettrici che abbiano un minimo impatto ambientale. Serve una strategia equilibrata, non decisioni che penalizzano l’industria italiana".

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