Migranti, nuove polemiche sull’accordo Italia-Albania: spese e criticità sul trasferimento delle forze di polizia


ROMA - Dalla prossima settimana, le navi italiane torneranno a trasferire i migranti nei centri di accoglienza in Albania, ma l’accordo continua a suscitare forti polemiche. Il dibattito ruota intorno ai costi: Roma potrebbe spendere circa 9 milioni di euro l’anno per coprire vitto, alloggio e servizi per 300 membri delle forze di polizia italiane impegnati nei centri di accoglienza di Shengjin e Gjider. L’operazione, difesa dal governo, viene duramente criticata dalle opposizioni.

Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha accusato il governo Meloni di aver sbagliato i calcoli anche in questa operazione: "Anche sui centri di detenzione per migranti in Albania si rivelano errori di stima e sprechi di risorse pubbliche". Dello stesso parere Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, che definisce l’operazione "uno scandalo nazionale voluto dal governo Meloni e gestito dalla mano del ministro dell'Interno Piantedosi". Tuttavia, fonti del Viminale chiariscono che "i 9 milioni di euro rappresentano la spesa massima per l’intera aliquota di personale di vigilanza prevista". Inoltre, il ministro Piantedosi ha dichiarato che l’intera operazione Albania ha uno stanziamento di 134 milioni di euro annui, spalmati su cinque anni.

Opposizioni all'attacco: "Quei fondi servono per la sicurezza in Italia"

Matteo Renzi ha espresso il proprio disappunto, sottolineando che "i poliziotti italiani servirebbero nelle stazioni, nelle periferie e nelle strade italiane, non in Albania". Anche la segretaria del PD, Elly Schlein, critica aspramente l’accordo, definendolo "uno spreco di denaro pubblico in un momento in cui la sanità e altri servizi essenziali risentono di tagli. È uno scandalo che danneggia i cittadini italiani, e in un contesto di manovra economica che non offre risposte".

La difesa del governo

Il governo Meloni, però, non arretra. Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha risposto alle accuse, difendendo l’iniziativa come un tentativo di regolare l’accoglienza in Italia e combattere l’immigrazione illegale. "Dopo anni di accoglienza indiscriminata e delle spese folli sostenute per gestirla, l’esecutivo cerca finalmente di dare una svolta alla gestione del fenomeno. La sicurezza dei cittadini italiani è una priorità".

L’accordo con l’Albania, fortemente voluto dal governo, è presentato come una strategia per contenere i flussi migratori verso l'Italia, ma l’operazione solleva numerosi interrogativi su costi e gestione, e la polemica sembra destinata a proseguire nei prossimi mesi.

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