Latte nella dieta degli adulti, un dibattito sempre aperto


Il latte è un alimento ricco di nutrienti: è fonte di calcio e di potassio, contiene vitamine B e rafforza il sistema immunitario. Eppure, il suo effetto sulla salute, soprattutto in età adulta, rimane un argomento di dibattito costante.

Il fatto che ancora non si sia giunti a una conclusione definitiva sul legame tra consumo di latticini e rischio oncologico non dipende certo dallo scarso impegno dei ricercatori, che si dedicano da anni ad analizzare questa associazione.

Il punto è che, come succede ogni volta che si cerca di valutare l'impatto di un alimento sulla salute, ci sono tanti fattori confondenti. Uno di questi è senza dubbio la difficoltà di determinare con esattezza il livello di consumo di un determinato alimento all'interno di una dieta complessa. Inoltre, come spiegano gli esperti, molti degli studi sul tema prendono in considerazione l'effetto globale del consumo di "latte e latticini", pur essendo chiaro che tale effetto può essere completamente diverso se si parla di yogurt, formaggio stagionato, latte eccetera. Infine molti degli studi oggi disponibili sono stati condotti in Paesi occidentali, dove il consumo di latte e derivati è abbondante, tralasciando tutta quella parte di mondo (per esempio gran parte dell'Asia) dove invece tali alimenti non fanno parte della alimentazione quotidiana. Quest'ultimo aspetto sta in realtà cambiando e oggi sono disponibili diversi studi condotti anche in Paesi non occidentali.

Possibili controindicazioni al consumo di latte negli adulti

Recenti ricerche hanno dimostrato che le donne che consumano proteine animali presentano una perdita ossea del 35%, rispetto al 7% delle donne vegetariane. L'osteoporosi infatti ha un'incidenza maggiore in quei paesi dove viene consumata una maggiore quantità di latte e formaggio: Stati Uniti, Finlandia, Svezia e Inghilterra sono i paesi del mondo in cui il consumo di latticini è molto alto, e, incidentalmente, sono anche quelli in cui l'osteoporosi è maggiormente diffusa fino a diventare una piaga sociale.
Altro punto importante: la causa determinante per lo sviluppo delle malattie infettive non è dovuta, come opinione comune, esclusivamente dall'aggressione di virus e batteri che ci giungono dall'esterno. Occorre per prima cosa un terreno stressato (il nostro corpo nutrito in modo errato) su cui tali batteri possano impiantarsi e svilupparsi, ed in secondo luogo un sistema nervoso stanco e/o stressato.
Studi recenti hanno dimostrato che togliendo latte e latticini (in quanto immuno-influenti, che vanno cioè a influenzare l'apparato immunitario) dalla dieta di 100 persone (senza alcuna spiegazione per evitare il famoso effetto placebo) e lasciando altre 100 con la loro dieta normale, si è notato che delle prime 100 solo 15 si sono ammalate durante il periodo freddo, mentre fra le altre 100 le malattie da raffreddamento hanno colpito più dell'85%.
Nand Kishore Sharma, uno studioso contemporaneo, avvisa che nel latte di mucca ci sono troppi ormoni, residuo della loro alimentazione industriale contenente (fra le altre "prelibatezze" varie) l'ormone della crescita, per produrre vacche grasse. Poche persone sono a conoscenza che buona parte della popolazione dei paesi industrializzati è esposta ad concentrazione di diossina tali da avere effetti sull'efficienza riproduttiva di uomini e donne. L'assunzione di diossina avviene per ingestione con il cibo, soprattutto latte, latticini e carne. Ancora a proposito di cancro: in uno studio, condotto presso la Harvard University su 145 donne di Boston si è riscontrato che le donne che consumano yogurt e formaggi freschi hanno una probabilità tre volte maggiore di contrarre cancro alle ovaie. A tal proposito è utile ricordare che la Danimarca (paese in cui si fa un elevato consumo di grassi e latticini) ha un'incidenza di cancro alle ovaie di ben sei volte maggiore rispetto al Giappone, dove si consumano pochissimi latticini.
Un libro molto interessante, "La cucina del diavolo" di Gunter Schwab, porta alcuni passi interessanti: "il latte delle mucche che ricevono prodotti coltivati con concime artificiale (composto da protidi sintetici ed altri preparati chimici) non può essere considerato alimento protettivo, e cagiona nell'organismo eczemi e disturbi intestinali che possono avere conseguenze gravi" nel latte di mucche nutrite con farina di soia, fu riscontrata la presenza di tricloroetilene, usato nell'estrazione dell'olio dai suoi semi” molto tossico!
Il dott. Roberto Marrocchesi, esperto in nutrizione, avvisa che tra il 70% e il 90% dell'umanità non digerisce il latte. Questa intolleranza venne individuata e descritta con enorme ritardo nei circoli scientifici a partire dal 1958. Finora sono stati individuati quattro tipi di intolleranza al latte:
1) la più importante, e cioè quella di intolleranza al lattosio
2) quella di sensibilizzazione alle proteine
3) l'intolleranza psicogena, cioè pura e semplice avversione da disgusto
4) quella causata da micro inquinamento batterico o chimico in un latte industrialmente trattato (residui di antibiotici, ormoni, antiparassitari, antimuffe, coloranti, ecc..).
La sensibilità del pubblico al problema delle allergie causate dai latticini è ancora scarsa: è stata così potente e capillare la pubblicità da parte delle fonti più autorevoli e "al di sopra delle parti" che il parere dominante è che non solo il latte è un cibo valido, ma che è un cibo perfetto per grandi e piccini. Ne consegue che la causa degli innumerevoli problemi di salute contemporanei rimane "sconosciuta".
Il consumo di latte può portare con sé molti svantaggi. Di seguito sono elencati alcuni problemi correlati al consumo di latte in adulti e bambini:
- Carenza di ferro: il latte ha un bassissimo contenuto di ferro (0.2 mg/100 mg di latte), e per riuscire a raggiungere la dose di ferro raccomandata di 15 mg al giorno, un bambino dovrebbe bere 7.5 litri di latte
- Diabete Mellito: su 142 bambini diabetici presi in esame in uno studio, il 100% presentava nel sangue livelli elevati di un anticorpo contro una proteina del latte vaccino.
- Calcio: la verdura a foglia verde, come la cicoria, la rucola, il radicchio, ecc., è una fonte di calcio altrettanto valida, se non addirittura migliore, del latte.
- Contenuto di grassi: ad eccezione del latte scremato, il latte e i prodotti di sua derivazione sono ricchi di grassi saturi e colesterolo, che favoriscono l'insorgenza di arteriosclerosi.
- Contaminanti: il latte viene frequentemente contaminato con antibiotici, ormoni della crescita, oltre che con gli erbicidi e i pesticidi veicolati dal foraggio. Inoltre i trattamenti di sterilizzazione permettono in realtà la sopravvivenza nel latte di germi, e la Direttiva Europea 92/46/CE stabilisce un limite non superiore ai 100 mila germi per mL. La stessa Direttiva ammette anche un contenuto non superiore a 400 mila per mL di "cellule somatiche", il cui nome comune è "pus".
- Lattosio: molti soggetti asiatici o africani sono incapaci di digerire lo zucchero del latte, il lattosio, con conseguenti coliche addominali, gas e diarrea
- Allergie: il latte è uno dei maggiori responsabili di allergie alimentari: durante la sua digestione, vengono rilasciati oltre 100 antigeni (sostanze che innescano le allergie). Spesso i sintomi sono subdoli e non vengono attribuiti direttamente al consumo di latte, ma molte persone affette da asma, rinite allergica, artrite reumatoide, migliorano smettendo di assumere latticini.

In conclusione, il latte fa male?

No, il latte non fa male, ma non è adatto a tutti. In età adulta il latte non può più essere considerato un alimento "essenziale" all'equilibrio nutrizionale (come lo è per i bambini), ma non deve essere nemmeno etichettato come una bevanda nociva per la salute di chi invece lo tollera. Chi con gli anni diventa intollerante, può ricorrere ai consigli di un nutrizionista in grado di definire un piano alimentare personalizzato che vada incontro alle esigenze specifiche dell'individuo, garantendo comunque il giusto apporto di nutrienti.
- Latte e latticini sono fonti di sostanze preziose per il buon funzionamento dell'organismo, ma è importante non mangiarne in eccesso e seguire le raccomandazioni degli esperti su quanto e cosa mettere nel piatto.
- I numerosi studi finora condotti sul legame tra consumo di latticini e aumento del rischio di sviluppare un tumore hanno portato a risultati contraddittori.
- L'analisi globale più aggiornata dei dati disponibili sul tema ha evidenziato l'esistenza di prove solide a conferma di un effetto protettivo di latte e latticini contro il tumore del colon-retto.
- È importante ricordare che gli studi epidemiologici riescono a mettere in luce solo un'eventuale associazione e non un rapporto di causa ed effetto tra consumo di questi alimenti e rischio di tumore.

Cosa dicono le linee guida

Non ci sono raccomandazioni uniche a livello globale per il consumo di latte o latticini, ma la maggior parte dei paesi raccomanda almeno una porzione di latte o derivati al giorno che arrivano fino a tre nel caso del nostro Paese, come indicato dalle linee guida Larn (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia). Secondo le linee guida italiane per una sana alimentazione, si possono consumare tre porzioni giornaliere di latte o yogurt (125 ml). Lo yogurt, rispetto al latte, ha il beneficio di contenere i fermenti lattici che svolgono una azione positiva sulla flora batterica e quindi sul sistema immunitario.
- Latte e yogurt: una porzione da 125 ml
- Formaggi freschi (ricotta): una porzione da 100 ml
- Formaggi stagionati: una porzione 50 grammi. Il loro consumo non dovrebbe superare le due volte alla settimana perché sono più ricchi di grassi saturi e colesterolo.

Bibliografia

- Bioactive factors in milk across lactation: Maternal effects and influence on infant growth in rhesus macaques (Macaca mulatta). Bernstein RM, Hinde K. Am J Primatol. 2016 Mar 30. doi: 10.1002/ajp.22544. [Epub ahead of print]
- Melnik BC, Kakulas F, Geddes DT, Hartmann PE, John SM, Carrera-Bastos P, Cordain L, Schmitz G. Nutr Metab (Lond). 2016 Jun 21;13:42. doi: 10.1186/s12986-016-0101-2. eCollection 2016.
- World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. Food, nutrition, physical activity, and the prevention of cancer: a global perspective. Washington, DC: AICR. 2007.
Libro Bianco sul latte e i prodotti lattiero caseari.
Analisi delle conoscenze scientifiche e considerazioni sul valore del consumo di latte e derivati. Progetto editoriale Assolatte con la partecipazione di: Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), anche in qualità di coordinatore degli Autori; Istituto Superiore di Sanità (ISS); Società Italiana di Gastroenterologia (SIGE); Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI); Società Italiana di Pediatria; Società Italiana di Medicina Interna (SIMI); Ministero della Salute.
- Cavalli Sforza, L. and F. Cavalli Sforza, Evoluzione genetica e culturale, in Treccani.it 2010.

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