Terrorismo: arrestato un cittadino tunisino in Abruzzo dal ROS


CHIETI - Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di B.T., un cittadino tunisino di 39 anni. L'azione è stata effettuata su proposta della Procura Distrettuale di L’Aquila. B.T., che era già stato fermato il 29 maggio scorso, è stato accusato di associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere aggravata dalla finalità del terrorismo. Attualmente è detenuto presso la casa circondariale di Vasto, in attesa della convalida del fermo da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) locale.

Dettagli dell'Operazione

B.T. era domiciliato in un centro di accoglienza nella provincia di Chieti e lavorava per una ditta locale. L'arresto è il risultato di una complessa e articolata indagine dei Carabinieri del ROS, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’Aquila. Le indagini hanno rivelato un rapido e intenso processo di "autoradicalizzazione" islamista di B.T., che aveva assunto connotazioni estremiste di natura salafita, a partire dal 7 ottobre 2023, data dell’attentato terroristico noto come “Diluvio di Al Aqsa”.

Collegamenti Pericolosi

L’indagine è stata avviata dopo che gli investigatori del ROS hanno scoperto un’amicizia su Facebook tra B.T. e Abdessalam Lasoued, terrorista di origine tunisina autore dell’attentato del 16 ottobre 2023 a Bruxelles, in cui furono uccisi due cittadini svedesi. Questo collegamento ha spinto gli inquirenti a intensificare le attività investigative nei confronti di B.T., portando a una perquisizione iniziale che ha rivelato un ingente quantitativo di dispositivi elettronici. L'analisi di questi dispositivi ha documentato una continua attività di propaganda apologetica jihadista su Facebook, con post e commenti a favore di organizzazioni terroristiche.

Propaganda e Radicalizzazione

Le indagini hanno dimostrato che B.T. era impegnato in una vera e propria attività di promozione del programma eversivo e terroristico jihadista, utilizzando internet come una "cassa di risonanza" per diffondere violenza e odio. I suoi post miravano a influenzare i suoi numerosi amici social, molti dei quali di lingua araba, presenti sia in Italia che all’estero. Pubblicava immagini antisemite, antioccidentali e riferite al jihad militare contro gli “infedeli”, promuovendo il martirio come mezzo per realizzare il califfato mondiale.

Conclusione

Le autorità stanno proseguendo le indagini per verificare ulteriori collegamenti e attività di B.T., il cui comportamento estremista rappresenta una grave minaccia alla sicurezza pubblica. La convalida del fermo da parte del GIP sarà un passo cruciale per determinare il corso dell'iter giudiziario nei confronti dell’indagato.

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