Catania sotto choc, la 13enne stuprata: 'Vi supplico, non mi fate del male'

CATANIA - Catania è in stato di shock dopo l'atroce episodio di violenza di gruppo occorso a Villa Bellini, il più grande giardino pubblico della zona, dove una giovane di 13 anni è stata vittima di uno stupro perpetrato da due giovani, mentre altri cinque membri del gruppo assistevano trattenendo il fidanzato della ragazza. La vicenda ha portato all'arresto di sette individui, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, di origini egiziane.

L'interrogatorio di garanzia dei cinque maggiorenni davanti al giudice si terrà lunedì mattina, presso il Palazzo di Giustizia di Catania. Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e la sostituto Anna Trinchillo hanno chiesto la convalida del fermo e per quattro di loro l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre per uno degli aggressori si è richiesta l'applicazione degli arresti domiciliari, considerando la sua collaborazione nelle prime fasi dell'indagine.

La giovane vittima, durante un confronto con gli indagati, ha riconosciuto tre degli aggressori: un minorenne e un maggiorenne che l'avrebbero violentata, e un altro ragazzo che le impediva di liberarsi. Le indagini si sono basate sulla testimonianza della ragazza, del suo fidanzato e sull'analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza del parco. La confessione di uno degli aggressori e le investigazioni scientifiche dei Ris sulle tracce biologiche hanno contribuito a identificare i responsabili.

L'episodio di violenza di gruppo è avvenuto il 30 gennaio intorno alle 19.30 a Villa Bellini, dove la coppia è stata importunata da sette ragazzi di origine egiziana. Dopo essere stati circondati, la ragazza è stata abusata da due membri del gruppo mentre gli altri tenevano fermo il suo fidanzato. Nonostante le strade fossero affollate, non ci sono stati testimoni diretti dell'aggressione. La giovane è riuscita a divincolarsi e a fuggire con il fidanzato dopo mezz'ora, raggiungendo via Etnea, dove sono stati soccorsi da passanti che hanno allertato i carabinieri. La rapidità delle indagini ha portato all'identificazione e al fermo dei responsabili in meno di 48 ore.

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