'Giornata della memoria': che non sia solo una commemorazione!

Photo credits: Bruno Pollacci

BRUNO POLLACCI
- Oggi è il 27 gennaio, e in questa giornata si celebra la "Giornata della Memoria", istituita il 1° novembre 2005 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto. La data della liberazione di Auschwitz (il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli di Auschwitz) è diventata il "Giorno della Memoria", nel quale si ricordano i milioni di vittime del genocidio perpetrato nei campi di sterminio nazisti. Solo ad Auschwitz furono uccisi almeno un milione di prigionieri, tra uomini, donne e bambini, la maggior parte dei quali erano ebrei di varie nazionalità, ma anche polacchi, Rom, Sinti, prigionieri di guerra sovietici, omosessuali, portatori di handicap e testimoni di Geova. Questi cittadini innocenti furono considerati nemici della Germania di Hitler.

Ad Auschwitz, le truppe sovietiche trovarono circa 7.000 sopravvissuti, insieme a corpi morti, abiti, scarpe, tonnellate di capelli, strumenti di tortura e morte. Il primo Paese a istituire una giornata commemorativa nazionale, il 27 gennaio, fu la Germania, nel 1996. Il "Giorno della Memoria" è nato sicuramente per commemorare le vittime dello sterminio nazista, ma anche e soprattutto per il dovere di mantenere viva nelle nuove generazioni la conoscenza di questo orribile capitolo della nostra storia, affinché non si ripeta.
Questo è il significato del Giorno della Memoria: il dovere di non dimenticare l’Olocausto, che causò l’uccisione di un terzo del popolo ebraico e di innumerevoli membri di altre minoranze, e per far riflettere tutti i popoli sui pericoli causati dal razzismo, dall’odio, dal fanatismo e dal pregiudizio. Questa mia opera a grafite è dedicata con dolore e partecipazione interiore alla memoria di tutti i prigionieri e le vittime dell’Olocausto, confidando che un orrore del genere non si ripeta mai più. Ma vuole anche esortare a non rendere questo ricordo solo una "commemorazione", ma a farne una coscienza attiva contemporanea, capace di mantenere viva l’attenzione anche verso simili drammi, violenze, torture, soprusi ed offese alla dignità umana che sotto altre forme vengono ancora perpetrate nel nostro tempo, ai danni delle minoranze e di tante persone che a vario titolo sono i nuovi fragili, deboli, discriminati ed indifesi.

Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa

Posta un commento

0 Commenti