VITTORIO POLITO - Si celebra oggi San Francesco d’Assisi, protettore
d’Italia, vissuto nel 13° secolo con l’intenzione di percorrere, nella
povertĂ la vita di Cristo, cercando di osservare i precetti del Vangelo e
l’amore per il prossimo.
Francesco, figlio di un ricco mercante, sognava di diventare cavaliere
ma, forse, una crisi religiosa lo portĂ² alla conversione, decidendo così di
vendere tutti i suoi averi e distribuire il ricavato ai poveri, in contrasto con
la Chiesa che non aveva mai rinunciato a lussi e privilegi. Una scelta
davvero epocale.
Assisi rappresenta il luogo piĂ¹ conosciuto dedicato a San Francesco, ma
vi sono molti altri luoghi non meno importanti nei quali il “Poverello” visse
la sua intensa vita spirituale. Il riferimento è alla valle reatina, ritenuta
dagli studiosi la terza patria di San Francesco, dopo quella di Assisi e
della Verna. Infatti, si trovano luoghi assai cari al Serafico Padre: Fonte
Colombo, Greccio, San Fabiano, Poggio Bustone e nella vicina provincia
di Terni, lo Speco di Narni.
Fonte Colombo è il luogo ove San Francesco scrisse la sua prima regola
ed una soave leggenda narra che Francesco, volendo attendere in
quiete assoluta la redazione della stessa, ordinĂ² agli uccelli di tacere e
da allora nessun loro canto si ode piĂ¹ su questa montagna. La località è
detta anche “Sinai francescano”, dal momento che Francesco compose
la Regola per i suoi seguaci. In questa località è presente il Sacro
Speco, luogo dove Francesco, stretto tra le rocce, si immergeva
nell’intimitĂ con Dio, tra silenzio e preghiera, dettando la regola ai frati.
Altro importante luogo per San Francesco fu Greccio, primo eremo
francescano detto “Betlemme Francescana”. Un villaggio della Sabina a
705 metri sul livello del mare, ove è presente il celebre Santuario
Francescano in mezzo ad una folta selva di lecci. La leggenda ricorda
che Francesco, giĂ nel 1217 abitava sulla cima del Monte Lacerone, che
sovrasta Greccio, scendendo piĂ¹ volte ad evangelizzare gli abitanti del
castello. Ăˆ in questo luogo che San Francesco realizza, con l’aiuto della
popolazione, il primo presepe vivente con l’intento di ricreare la mistica
atmosfera del Natale di Betlemme, per vedere con i propri occhi dove
nacque GesĂ¹, il Re povero.
Attualmente è presente una grotta ove si conserva un affresco di scuola
giottesca del XIII secolo che rappresenta il Natale di Betlemme e quello
di Greccio. Lo Speco di Narni, eremo fondato con ogni probabilitĂ dallo
stesso San Francesco nel 1213, è invece il Santuario dove il poverello
dimorĂ² per qualche tempo. Qui avvenne il miracolo dell’acqua cambiata
in vino, mentre il Santo soffriva di una gravissima infermitĂ . L’attuale
chiostro, lo Speco, una costruzione del quattrocento, fu considerato
come suo luogo naturale e ne fece un insigne centro dell’umiltĂ e della
povertà francescana. Vi è poi lo Speco del Santo che consiste in una
grotta che ha dato il nome al Santuario.
Un altro luogo francescano è il Santuario di San Fabiano, oggi
denominato Santa Maria della Foresta, posto a ridosso della vallata ed è
circondato da boschi di castagni. Nel percorso per giungere al Santuario
s’incontrano le mura e le stazioni della Via Crucis di scuola napoletana
del XVIII secolo, provenienti dal Convento di San Bonaventura in
Frascati e benedette da San Leonardo da Porto Maurizio, ideatore della
Via Crucis. La “Foresta” è detta anche “Tabor Francescano”, poichĂ© qui
ebbero tregua le atroci sofferenze di San Francesco, luogo nel quale con
ogni probabilitĂ ebbe l’ispirazione del Cantico delle Creature.
Secondo lo storiografo Paul Sabatier, San Francesco avrebbe
peregrinato e visitato nella valle reatina tutti gli eremi della Sabina e, tra
questi, quello di Poggio Bustone, altra localitĂ la cui bellezza della natura
ed il silenzio dei monti circostanti offrirono al Poverello un momento di
estrema tranquillitĂ . Il Santo ormai cieco si riconcilia con gli uomini e con
la natura e nell’intimitĂ piĂ¹ vera e profonda con Dio. Gioioso e felice per il
perdono ottenuto, San Francesco nella fiduciosa certezza di un futuro
benedetto dall’Onnipotente, invia i suoi frati, ormai numerosi, a predicare
nel mondo il Vangelo, la grandezza dell’amore del Signore e di tutte le
sue creature.
CuriositĂ
Tra le leggende marinare di Saverio La Sorsa (1877-1970), si ipotizza
che San Francesco sia passato da Bari. Si narra che il Poverello
d’Assisi, giungendo sulla spiaggia di San Cataldo, s’imbattĂ© in alcuni
disperati pescatori che cercavano acqua e non trovandola
bestemmiavano e imprecavano. Il Santo d’Assisi impietositosi, con un
colpo di bastone fece zampillare acqua copiosa e fresca dissetando così
i pescatori. Questo il motivo, secondo la leggenda, che quel luogo, oggi
spiaggia dei baresi, fu chiamato «San Francesco alla Rena».
«Saverio La Sorsa è stato uno dei maggiori scrittori baresi. Ha trattato
della Puglia e di Bari, con amore di ricercatore. Dalla sua penna sono
riemerse tradizioni e leggende popolari, oltre che lavori storici di piĂ¹
vasto respiro» (Padre Gerardo Cioffari o.p., storico della Basilica di San
Nicola).
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