Meloni a Cutro: "Fino a 30 anni carcere a scafisti, ripristino decreti flussi"

(CC-BY-NC-SA 3.0 IT)
CROTONE - Il ripristino del decreto flussi, pene più severe per gli scafisti (fino a 30 anni, nei casi più gravi) e procedure snelle per l'ingresso regolare in Italia. Il tutto in nell'unico decreto ricevuto dal Consiglio dei ministri sull'immigrazione che si è tenuto oggi nel palazzo del Comune di Cutro.

Con il Consiglio dei Ministri a Cutro “vogliamo “esprimere compatti il nostro cordoglio per le vittime di queste tragedie, per il dolore dei loro cari. Abbiamo voluto apporre una targa in memoria delle vittime perché non sia il ricordo un fatto transitorio. Volevamo dare anche un segnale di vicinanza alle popolazione del Mezzogiorno più colpite dal tema migratorio”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Cutro, dopo l’approvazione del decreto legge sui flussi regolari e sul contrasto ai trafficanti. “Il nostro compito – ha aggiunto – è cercare soluzioni ai problemi e, come ho già detto, io penso che il modo migliore per onorare queste vittime è fare quello che si può fare perché certe tragedie non si ripetano”. “Non c’è – ha proseguito – politica più responsabile di quella finalizzata a rompere la tratta degli schiavisti, a combattere la schiavitù del terzo millennio, non intendo replicare l’approccio di chi ha lasciato che i trafficanti di morte agissero indisturbati”.

Nel decreto approvato oggi a Cutro, ha detto Meloni, c’è una fattispecie di reato, punibile fino a 30 anni, in caso di morte di migranti e i trafficanti potranno essere perseguibili anche fuori dall’Italia. “La norma principale – ha spiegato – riguarda le pene e i reati legati alla tratta di esseri umani: il decreto prevede un aumento delle pene per il traffico dei migranti e nuova fattispecie di reato per morte e lesioni gravi in conseguenza del traffico, con una pena fino a 30 anni di reclusione, nel caso in cui muoiano delle persone durante una di queste traversate. Il reato verrà perseguito dall’Italia anche se commesso al di fuori dei confini nazionali: chi si rende responsabile di lesioni gravi e morte è perseguibile con un reato che consideriamo reato universale: non solo quelli che troviamo sulle barche, anche i trafficanti che ci sono dietro. Per me questo elemento è molto importante perché cambia completamente l’approccio del governo. Siamo abituati all’Italia che si occupa di cercare migranti in tutto il Mediterraneo quello che vuol fare il governo è cercare gli scafisti in tutto il globo”. E inoltre, sempre la premier: “Le stesse persone che se la prendono con il governo non spendono una parola contro trafficanti che hanno preso 9 mila euro per mettere queste persone su una barca che alla prima difficoltà si è spezzata e hanno lasciato una persona abbandonata con le mani legate al timone. Questa gente io la voglio combattere e sconfiggere, questa è la politica più seria che si possa fare”.

Nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri a Cutro viene “ristretta la protezione speciale”, “la fattispecie si è allargata a dismisura, ma il nostro obiettivo è abolirla e sostituirla con una norma di buon senso che corrisponde alla relativa norma europea di riferimento”, ha specificato Meloni.

“Intendiamo – sempre la presidente del Consiglio – fare una campagna nei Paesi di origine di queste persone per raccontare quanto la realtà sia distante da quella che viene loro raccontata da questi criminali e in modo che sappiano che rischi corrono a mettersi nelle mani dei criminali. Daremo quote privilegiate ai governi che ci aiutano a fare questo lavoro”.

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