"Europeo" : il tabù dell'Italia


NICOLA ZUCCARO
- L'11 giugno per la storia della Nazionale italiana di calcio rappresenta la data di quel spartiacque fra un passato ed un presente che si chiama Italia-Turchia. A poche ore dal debutto all'Olimpico di Roma per la gara inaugurale dell'Europeo 2020, ma rinviato di 1 anno per la pandemia, la macchina del tempo va indietro di 53 anni quando, nello stesso giorno del 1968, l'Italia festeggiò il titolo di Campione d'Europa conquistato sempre a Roma, dopo aver battuto la Jugoslavia per 2-0. Fu l'unico titolo conquistato dagli azzurri in una competizione che nelle restanti edizioni, non ha mai sorriso all'Italia. 

Assente nel 1960, nel 1964 e nel 1984, la Nazionale italiana è stata eliminata ai quarti di finale nel 1972 e nel 2016, in semifinale nel 1988 e nel primo dell'edizione del 2004. A rendere meno cocenti le delusioni europee, i due secondi posti ottenuti nel 2000 (dove sfiorò la conquista nella Finale di Amsterdam, vincendo a pochi minuti dalla fine per 1-0 sulla Francia) e nel 2012. 

Ragion per cui, alla luce dei 4 titoli mondiali conquistati (1934,1938,1982,2006), la conquista dell'Europeo resta un tabù per un'Italia che a poche ore dall'esordio continua a sognare con un Paese che vede nella selezione guidata da Roberto Mancini il punto di riferimento per la ripartenza e la rinascita dell'Italia post-pandemica.

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