Boccia: "Nessun endorsement di Confindustria alla Lega"

"Nessun endorsement di Confindustria alla Lega" ha dichiarato il leader degli industriali, Vincenzo Boccia, ospite di Massimo Giannini su Radio Capital. "Anzi, le sua parole a Vicenza vanno interpretate come una provocazione per sottolineare alcune incoerenze nella linea del partito di Matteo Salvini che sul territorio è verde ed al Governo è gialloverde. Nessun endorsement, ma strumentalizzazioni alimentate da qualche tweet. Faccio un appello all'avvocato del popolo, il premier: questo Governo deve chiarire se vuole rispettare gli attori sociali. Questo governo intende rispettare le parti sociali ed accettare le critiche senza attaccare ad personam? E' possibile che un ministro faccia questo? Io mi rivolgo al governo non ad un ministro. Non si può fare: vale per noi, vale per i giornalisti, vale per tutti. Io parlo di rispetto. Stiamo parlando di un presidente di una nostra associazione regionale, e tra l'alto le concessioni di acque minerali comportano migliaia di posti di lavoro e investimenti, pubblicità, non è che la mattina apri la fontana e vendi l'acqua in termini gratutiti. Senza entrare nel merito, il problema è molto più complessivo. Questo Governo intende rispettare le rappresentanze sociali? Intende essere parte di una società liberale aperta, accettare le critiche senza attaccare ad personam chi le fa? E' possibile che un ministro del Governo possa fare questo? Mi rivolgo al Governo e non al singolo ministro: la mia questione è una questione al Governo. la domanda che noi fa facciamo è se si intende rispettare le rappresentanze sociali evitando questi messaggi che non aiutano, che sono quei messaggi che stanno rialzando i toni. Il problema non siamo noi che siamo ondivaghi. Quando abbiamo dovuto dire che non vorremmo passare alla storia come coloro che portano gli imprenditori in piazza era perché i toni si erano elevati sia nel Parlamento sia da parte di alcuni esponenti della maggioranza in un attacco diretto non a Confindustria ma anche a nomi e cognomi di nostri imprenditori. Non è molto corretto. Se vogliamo vivere in una società liberale, e qui siamo ai fondamentali non si può ogni volta che si fa una critica ad un governo lanciare messaggi di questo tipo: vale per noi, vale per i giornalisti e per i giornali, vale per tutti. Penso che questo elemento sia un elemento che irrita molto, e proprio per quei toni avevamo sto quei messaggi. Io parlo di rispetto, non di condivisione. Non pretendo che condividano. Noi dobbiamo avere la libertà e la responsabilità di esprimere le nostre proposte. Secondo noi nell'interesse del Paese, e per questo smettiamola con questi messaggi che non hanno alcun senso. Come presidente di Confindustria, chiedo una tregua all'avvocato del popolo da parte di chi, io, rappresento il popolo degli industriali, 160mila imprese associate, che pensa ed hanno bisogno di una maggiore generosità di questo Paese verso questo mondo e non di messaggi ingenerosi e subliminali".

Posta un commento

0 Commenti