Tessile, Confindustria risponde a Filctem Cgil


L’affermazione del comparto tessile e la tutela del Made in Italy sui mercati internazionali è da sempre uno degli obiettivi che animano le azioni di Confindustria Taranto, che guarda a Martina Franca come ad una delle roccaforti del settore ancora indiscusse, nonostante i venti di crisi, sull’intero territorio italiano, e quindi al riposizionamento del tessile di qualità quale asset di riferimento per il rilancio complessivo del manifatturiero. Obiettivi che, sia pure gradualmente, si stanno raggiungendo e si stanno consolidando, come dimostra la massiccia presenza delle aziende e quindi dei brand di Martina Franca al Pitti, campionaria che negli anni è diventata il riferimento a livello mondiale della moda e delle tendenze più attuali dello stile contemporaneo.

Non si comprendono, a questo proposito, le affermazioni – peraltro consegnate esclusivamente agli organi di stampa – del segretario della Filctem Cgil, Giordano Fumarola, rispetto ad una presunta immobilità di Confindustria rispetto ai fenomeni di clandestinità e quindi di illegalità diffuse sul territorio martinese.

Confindustria non ha poteri ispettivi e tantomeno sanzionatori rispetto al fenomeno, compiti questi ultimi che appartengono ad enti appositamente preposti al contrasto degli episodi di illiceità che si registrano su quello martinese come su altri territori.

E’ da almeno un paio d’anni, inoltre, che l’associazione, oltre a registrare – lo ripetiamo- una sensibile ripresa del settore, assiste ad un trend già da tempo in atto che sta facendo registrare il rientro in Italia delle produzioni che proprio in questi anni avevano imboccato (volutamente e per necessità di mercato) la strada della delocalizzazione nei paesi esteri.

Contrariamente a quanto affermato dal segretario Filctem, infatti, Confindustria è impegnata da tempo (attraverso l’adesione ad un’iniziativa avviata a questo proposito dalla Regione) anche nell’incentivazione della cosiddetta “delocalizzazione di ritorno”, oggi più diffusamente indicata come “reshoring” nel comparto del tessile, tesa, fra l’altro, anche a tutelarne le produzioni di eccellenza. Confindustria, inoltre, ha recentemente richiesto alla Regione Puglia l’attivazione di un tavolo per rilanciare e restituire centralità a questo importantissimo settore.

Rispetto, infine, all’invito a “sedersi ad un tavolo per discutere dell’emergenza della concorrenza sleale dei laboratori clandestini”, Confindustria non ha mai ricevuto formale comunicazione da parte dell’organizzazione sindacale, ritenendo del tutto irrituale una richiesta in tal senso formulata solo a mezzo stampa.

Resta inteso, a questo proposito, che rimane la disponibilità dell’Associazione a discutere e collaborare rispetto all’individuazione di provvedimenti ad hoc, purchè vengano validati e resi possibili solo ed esclusivamente attraverso il confronto con gli enti da sempre preposti all’attivazione degli strumenti di contrasto all’illegalità ed alle varie forme di lavoro clandestino che si registrano a Taranto e nella sua provincia.

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