Boldrini: "Bisogna rompere la situazione di stallo in UE"

"Oggi l’Europa è in crisi. Vive in momento difficile, forse il più difficile da quando l’Unione europea è stata costituita. I nostri cittadini, preoccupati per la perdurante stagnazione economica in molti Stati, ci chiedono: 'Quale sarà il futuro dei nostri figli?' E, con rabbia crescente, ci domandano: 'Perché i nostri figli devono essere condannati ad una vita peggiore?' Perfino nel mio Paese, l’Italia, tradizionalmente europeista, quasi due terzi dei cittadini ormai dichiara di non sentirsi attaccato all’Unione europea" ha dichiarato la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti Europei "E’ evidente che lo status quo non funziona e che, se non agiremo con prontezza, finiremo tutti travolti: sul piano interno, da chi propone ricette semplicistiche e demagogiche, predicando il ritorno agli Stati-nazione ottocenteschi; sulla scena mondiale, dove le superpotenze emergenti già ora rischiano di schiacciarci. Non ci possiamo più permettere di ignorare la situazione e di continuare come se intorno a noi non stesse accadendo nulla. Non è più il tempo del ‘business as usual’. Ritengo che, proprio in quanto Presidenti di Assemblee elettive, espressione della volontà popolare, abbiamo una responsabilità aggiuntiva nel rompere la situazione di stallo in cui ci troviamo. Come uscirne? Dobbiamo rafforzare l’Europa e renderla di nuovo attraente, non solo per i Paesi terzi, molti dei quali aspirano ancora a fare ingresso nell’Unione, ma anche per i nostri cittadini. L’Europa è attualmente come una macchina d’epoca, una macchina bella e gloriosa il cui motore però procede ormai a singhiozzo. Quest’automobile, questo motore, sono vecchi e vanno dunque sostituiti con un modello nuovo, sostenibile, più competitivo, in grado di portarci lontano e di suscitare la passione delle nuove generazioni. L’estate scorsa, quando si discuteva apertamente dell’espulsione di un Paese membro - la Grecia - dall’eurozona e mentre migliaia di persone - uomini, donne e bambini - morivano in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa, decisi che, da Presidente di una Camera di un Paese fondatore dell’Unione europea, non potevo rimanere a guardare. Presi contatto con alcuni dei colleghi qui presenti, i Presidenti Di Bartolomeo, Bartolone, Lammert. Proposi un’iniziativa congiunta, un contributo dei Parlamenti nazionali al dibattito per rendere più forte l’Europa. Dalla nostra intesa scaturì la Dichiarazione di cui discutiamo oggi - ‘Più integrazione europea: la strada da percorrere’ - firmata dai quattro Presidenti originari in una cerimonia solenne a Roma, il 14 settembre 2015, e sottoscritta sinora da ben quindici Presidenti di assemblee nazionali, di tredici Paesi membri dell’UE, che vorrei ringraziare nuovamente per aver aderito. Un’iniziativa che è comunque aperta a nuove firme. La Dichiarazione riflette il nostro convincimento che la risposta alla crisi europea deve necessariamente passare attraverso una maggiore integrazione. Attraverso più, non meno Europa".

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