Gentiloni: "Europa a due velocità? Possibile"

«È giusto discutere di un’Europa a due velocità. La definizione non è la migliore, ma è giusto discutere di livelli di integrazione diversa. C’è chi, come l’Italia, vuole un’unione bancaria, fiscale e politica crescente. E chi, come il Regno Unito, vuole solo un mercato comune più efficiente. Due visioni che devono e possono convivere». Lo afferma ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un'intervista al quotidiano La Stampa.
Gentiloni preannuncia che nel prossimo incontro a Roma fra i colleghi dei sei Paesi fondatori dell’Ue si inizierà a delineare una «visione comune sul futuro dell’Unione». 
Alla domanda se si rischi la fine di Schengen, il ministro risponde così: «Spero di no, ma non basta la speranza, qualcosa deve cambiare. Non possiamo proseguire con le regole di Dublino che scaricano sui Paesi di primo arrivo asilo o respingimento dei migranti. Servono un diritto di asilo europeo, un’azione di rimpatrio europea, una polizia di frontiera europea. Senza questo scatto, la conclusione rischia di essere il sacrificio della libera circolazione delle persone». 
Sul fronte dell'immigrazione, secondo il ministro «i rimpatri devono far parte di un’azione comune europea e non di annunci a effetto». Poi una critica alla norma danese sulle confische ai migranti. «È qualcosa che, sul piano culturale, l’Europa non dovrebbe mai vedere. Come far pagare l’Ici ai senza tetto - spiega -. E chiunque conosca la drammaticità di queste rotte fa fatica a capire come possa essere applicata: mi sembra una norma manifesto utile più che altro ai fini del consenso interno».

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