Boldrini: "Sul clima non si può fallire"

"Il tema del cambiamento climatico non può essere delegato a nessuno, non è cosa riservata agli ambientalisti. Ci riguarda tutti, ora, subito. A Parigi si deciderà il futuro, si deve uscire con un accordo che impegni gli Stati a non aumentare la temperatura del pianeta oltre i due gradi centigradi (e già così non si eviteranno gli effetti negativi di 200 anni di industrializzazione selvaggia). Non si può fallire, pena fenomeni irreversibili. Oggi alla Camera ne parleremo in un incontro propedeutico a Parigi/Cop21". Lo dichiara la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" in edicola oggi.

"L’impatto già si vede a livello globale e nelle proiezioni: la Groenlandia, le isole sommerse, il Sud Est asiatico inondato, il Sahel e il Corno d’Africa desertificati, la riduzione dei nostri ghiacciai alpini che non sono più quelli della mia infanzia... - sottolinea la Boldrini -. I negazionisti sono stati smentiti dai fatti. Anche Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Sì evoca l’impatto devastante della questione ambientale. Ci sono milioni di eco-rifugiati, una figura nuova, non protetta dalle Convenzioni, gente che fugge da luoghi diventati ormai invivibili. Ed ecco che le questioni si intrecciano: il degrado sociale è lo stesso frutto avvelenato del degrado ambientale".

"Proprio durante il semestre italiano è stata definita una proposta unica dell’Europa incentrata sulla riduzione entro il 2030 del 40 per cento delle emissioni rispetto al 1990, sull’aumento delle energie rinnovabili fino a coprire il 27 per cento delle fonti, sul risparmio energetico al 30 per cento", spiega la presidente della Camera, che sulla Cop 21 sottolinea: "Per la prima volta partecipano anche Cina e Stati Uniti ed è già un fatto politico di primo piano. La tutela dell’ambiente sta diventando un obbligo per tutti. Ci sono questioni non più rinviabili che riguardano la mobilità umana nelle grandi città, scelte di fondo come l’investimento sulla green economy che produce posti di lavoro anche in periodi recessivi. Da europeista convinta, dico che in materia ambientale l’Europa ci aiuta, con le sue regole, a vivere meglio. Ma dobbiamo tutti rivedere gli stili di vita: usare meno la macchina, più i mezzi pubblici, mangiare meno carne (perché una parte delle emissioni deriva dagli allevamenti)...".

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