La Tosca a Lecce, per la 45° Stagione Operistica della Provincia di Lecce

di Francesco Spadafora - In piena linea stilistico musicale con la dualità Eros-Thanatos, tema portante del cartellone della 45° Stagione Lirica della Provincia di Lecce, è andata in scena la prima di ‘Tosca’, lavoro pucciniano di vulcanica tempestosità passionale, particolarmente attesa dal pubblico di casa, presente in gran numero e spolvero, con aspettative che attingono alla pienezza della trama, per confortare attraverso i sensi e le pulsioni, un appetito dell’ascolto che trae linfa e commozione, ogni volta nuova.

La notorietà della vicenda si è manifestata attraverso un intelligente quanto accurato lavoro di regia, con costumi, scenografie e uso delle luci donando eleganza sobria sia ai momenti salienti che al flusso drammaturgico nel suo insieme. Tosca che infiamma gli animi tardo-romantici con le sue vicissitudini sensoriali, impreziosita dai volti incontrati nella platea del ‘Politeama Greco’, quasi come una sorta di palcoscenico speculare.

La nostra attenzione cade su una coppia di turisti inglesi, che a breve lasceranno il Salento per far ritorno a casa. Parlano di quanto seducente sia mettersi in ascolto del ‘bel canto italiano’, e di quanto sia importante il valore del viaggio e dello scambio interculturale, come fonte primaria di conoscenza e la loro loquacità cede il passo a un’affascinante quanto silente coppia nipponica, donando alla sala una ‘colorazione’ cosmopolita. Scrutando negli occhi dei presenti, scorgiamo Giuseppe da Salice Salentino, viso gentile dall’animo affabile, profondo conoscitore delle vicende operistiche, che fieramente occupa il suo posto da abbonato.

Racconta gioioso di ascolti in giro per l’Italia, lui che con il suo lavoro d’antan (un provetto falegname, e immaginiamo quale maestria abbia avuto nelle sue mani non più fresche e giovani) ha conosciuto sacrifici e sofferenze, trovando nell’Arte Operistica il suo profondo ristoro. Poco più in là, un puntuale e attento appassionato, ex professore di materie umanistiche, che da Lecce ha portato il suo sapere fin dentro una scuola elementare di Milano, donando conoscenza e attenzione ai suoi piccoli studenti.

Ci racconta di aver conosciuto alcuni grandi esecutori del bel canto, e della sua nutrita collezione di materiale audiovisivo. Nel buio della sala, possiamo scorgere le sue mani muoversi al ritmo della partitura. Piccoli segni che rendono ancor oggi Tosca un'esplosione di dolci baci e languide carezze.

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