Renzi, fiducia alla Camera, "no alibi". Bersani torna in Aula tra gli applausi

ROMA.  Il governo di Matteo Renzi ottiene la fiducia alla Camera con 378 sì, 220 no. I presenti sono stati 599, 598 i votanti. Un deputato si è astenuto.
"Io non sono un onorevole ma voi siete onorevoli, degni di onore. Entrando mi sono detto quanto siate fortunati tutti i giorni, perché ci facciamo un callo, ma sedete in posto dove grandissimi della nostra storia, di diverse estrazioni politiche e culturali, hanno seduto". Così il premier Matteo Renzi nella replica in Aula alla Camera. Il primo viaggio di Renzi all'estero, con il ministro degli Esteri Mogherini, "non sarà a Bruxelles, non sarà a Berlino ma sarà a Tunisi, la settimana prossima, nel cuore di quel mare nostrum che noi speriamo ritorni centrale", ha detto lo stesso premier.
Dopo la strage di Capaci "nel '92-'94 si è toccato il punto più basso della politica, lo Stato sembrava inerte, sconfitto, i figli migliori del nostro Paese venivano mandati al martirio. Per questo quando sento parlare di mafia con leggerezza, quando sento parlare di pizzini, avverto un brivido dolore". Lo dice il premier Matteo Renzi alla Camera.
"Per questo governo non ci sono alibi: se ci riusciremo abbiamo fatto il nostro dovere, se non ci riusciremo sarà solo colpa nostra; non e' un atto di coraggio ma di responsabilità". Lo ha ribadito il premier Matteo Renzi nella replica sul dibattito di fiducia alla Camera. "Comprendiamo la difficoltà di capire una cosa complicata che si chiama democrazia interna, provateci anche voi": ha detto il premier rivolto verso i banchi del M5S. "So che e difficile da capire per chi non è abituato al dibattito interno tra una comunità di donne e uomini, persone diverse che si chiama partito. Nel Pd siamo abituati a confrontarci quando dobbiamo litigare lo facciamo" e "abbiamo il coraggio di riconoscere che chi vince ha la maggioranza".
"Pensiamo che il semestre europeo sia una gigantesca opportunità, non una formalità. L'Europa non è il nostro nemico". Così il premier Matteo Renzi. Addossare all'Ue la colpa dei problemi dell'Italia, afferma, significa "non soltanto negare l'evidenza dei fatti ma tradire la storia istituzionale di questo Paese che ha costruito l'Europa".
L'ex segretario Pd Pier Luigi Bersani torna alla Camera per il voto di fiducia al governo Renzi. Bersani si fa vedere a Montecitorio per la prima volta dopo la malattia e viene contornato da una piccola folla di parlamentari e giornalisti, cui si limita a dire: "Sto bene. E voi?". Al suo ingresso in Aula, tutti in piedi e un lungo applauso. "Grazie a @pbersani per essere in aula oggi. Un gesto non scontato, per me particolarmente importante. Grazie": così su twitter Matteo Renzi che poi va al banco dell'ex segretario Pd per salutarlo. "Sono venuto ad abbracciare Enrico" Letta. "Ma ancora non è arrivato?". Pier Luigi Bersani rientra alla Camera in occasione del voto di fiducia al governo Renzi e rivolge subito un pensiero al premier uscente Enrico Letta. Ai colleghi parlamentari di maggioranza e opposizione, dal capogruppo di Fi Renato Brunetta al portavoce del Pd Lorenzo Guerini, che si accalcano per salutarlo e chiedergli come sta, dopo la malattia, regala sorrisi e battute. Poi dice: "Sono qui per abbracciare Enrico".

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