Ue: Letta, a Bruxelles duro confronto

BRUXELLES -  "Solo poco più di 48 ore ci dividono dal Consiglio Europeo. Quello che ci attende sarà un confronto politico, duro e importante. Porrò l'accento sul dramma del lavoro che non c'è, sull'Europa che o da risposte concrete e immediate o muore. Un'Europa che stenta dall'uscire dalla recessione. Un'Europa che non riesce a riprendere velocità e le cui ombre sulla moneta unica non riescono ad essere fugate". Così il premier Enrico Letta, questa mattina nell'Aula di Montecitorio, in vista del prossimo Consiglio Ue del 27 e 28 giugno.

"Sappiamo che il tempo stringe e che gli obiettivi fissati vanno raggiunti al più presto, contrastando l'inerzia. Sappiamo che se si ferma l'Europa così comè, è perduta. Ma possiamo partire dal prossimo Consiglio Europeo. Partiamo dall'occupazione giovanile - incalza il Presidente Letta - una realtà drammatica che conosciamo bene, e su tutto grava un elevatissimo tasso di disoccupazione. Un drammma italiano, ma anche europeo, collettivo e generazionale. Dall'inizio della crisi il numero dei giovani disoccupati continua ad aumentare ed è per questo che fin dai primi giorni di vita del mio governo ho chiesto che questo tema diventasse centrale. E' un obbligo che abbiamo nei confronti delle giovani generazioni. Il rischio è che si bruci un capitale umano unico ed irripetibile. Le cicatrici tracciate dalla rassegnazione sono le più difficili da cancellare, ed è su queste che nasce l'antipolitica. Ho scritto al Presidente del Consiglio Ue per un'agenda europea contro la disoccupazione. Quello del lavoro giovanile oggi è un cardine per l'Ue, quindi il primo traguardo, politico, l'abbiamo raggiunto. Volevamo parlare all'Europa dei popoli, ci stiamo riuscendo? Il Governo italiano - continua Letta - ha operato affinchè in tutte le sedi europee maturasse la consapevolezza dell'importanza del lavoro giovanile. E' un formato, quello dei ministri del lavoro e delle finanze insieme, che non ha precedenti, prima dell'incontro che c'è stato a Roma, ma che vuol dire coniugare la dimensione macro-economica, vuol dire che l'Europa sono innanzitutto le persone. L'Italia vuole essere in prima fila, e per questo domani il Consiglio dei ministri approverà un pacchetto per agevolare il lavoro giovanile. Chiediamo di accelerare al massimo l'iniziativa europea per l'occupazione giovanile, così che i primi progetti, grazie a questo fondo, possano partire sin da gennaio 2014. Date le condizioni è qualcosa, ma non basta. Per questo chiediamo che dal 2016 si aumenti la dotazione finanziaria. Altra risorsa sono i fondi strutturali. L'occupazione dei giovani deve diventare una priorità. Vogliamo che l'Ue usi in modo mirato la Banca europea degli investimenti, sviluppando strumenti specifici per gli investimenti pubblici e l'occupazione giovanile. Chiediamo passi avanti per facilitare la mobilità europea, ancora siamo lontanti dal mercato unico del lavoro. Vogliamo una mobilità circolare, non una fuga di risorse. Su tutto questo però grava l'incertezza sulla conclusione del negoziato tra il Consiglio e il Parlamento Europeo. Ci auguriamo che quest'incertezza venga fugata. Se l'Europa non riprende un cammino di crescita nessuno può pensare ad una svolta".

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