Benedetto XVI lascia tra applausi e lacrime

Nicola Zuccaro. Sono da poco trascorse le 17.11 di Giovedì 28 Febbraio quando Benedetto XVI si congeda dai suoi più stretti collaboratori. Costoro, all'uscita del Pontefice dal Palazzo Apostolico, non tratterranno le lacrime per il commossi: fra tutti Padre Georg suo segretario personale.

Sarà una reazione che si estenderà a macchia d'olio da Piazza San Pietro sino a Castelgandolfo dove il Papa giungerà a distanza di circa 15 minuti a bordo dell'elicottero messo a disposizione dall'Aeronautica Militare.

Dal balcone dell'altro Palazzo apostolico, colui che dalle 20 sarà Papa Emerito, impartisce la sua ultima benedizione da successore di Pietro accompagnata da un discorso a braccio. Toccanti le sue ultime parole in pubblico: "Ora sono solo un Pellegrino all'ultima tappa del mio pellegrinaggio su questa terra".

Una frase che chiude questo pontificato nel segno dell'umiltà. Dopo l'apertura il 19 Aprile 2005 con "sono un umile operaio nella vigna del Signore", Benedetto XVI svela un lato sorprendente della sua figura ritenuta schiva sul piano della personalità e conservatrice per la sua visione della Chiesa. Di una chiesa che, come la barca di Pietro nel mare in tempesta, ha guidato per 7 anni, 9 mesi e 10 giorni.

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