(Foto ANSA)
Ieri il Segretario del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, ha tenuto un lungo discorso per inaugurare questa giornata di celebrazioni. Nonostante i grandi passi in avanti in questo arduo percorso di riconoscimento e di lotta per l’uguaglianza, ha dichiarato, non si può chiudere gli occhi davanti alle violenze che molti membri della comunità LGBT sono costretti a subire, inascoltati. “L’odio omofobo e transfobico si sta propagando su internet e nel discorso pubblico e si assiste al moltiplicarsi di attacchi contro persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali”, ha dichiarato con preoccupazione; dopodichè ha aggiunto “sono particolarmente inquieto per le recenti affermazioni relative a presunte persecuzioni di massa di persone LGBTI nella Repubblica cecena della Federazione russa”. Per terminare, ha ricordato che i governi devono adoperarsi per mettere fine a un clima d’odio ostile alla democrazia e ai diritti umani.
D’altronde, anche il nostro stesso Paese non dovrebbe rimanere sordo al monito del Segretario, dal momento che sono ben 4 anni che la legge in materia di contrasto sull’omo e trans fobia giace oziosa sui banchi del Parlamento. Le disposizioni prevedono l’introduzione dei reati di istigazione alla violenza e discriminazione omofobica, punibili con la reclusione fino a sei anni per chi dirige o organizza movimenti che hanno tra i fini quello di promuovere l’odio e l’intolleranza nei confronti della comunità LGBT. Perchè, come ricordava un anno fa in questa stessa data Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay, in Italia di omofobia e transfobia ancora si muore.
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