Pik Pobeda, missione disperata per salvare l’alpinista russa e recuperare il corpo di Luca Sinigaglia


Melzo, 23 agosto 2025
– Una drammatica missione di soccorso si sta preparando sul Pik Pobeda, una montagna di 7.439 metri al confine tra Kirghizistan e Cina. L’obiettivo è duplice: tentare di salvare l’alpinista russa Natalia Nagovitsyna, bloccata da giorni a settemila metri a causa di una frattura, e recuperare il corpo di Luca Sinigaglia, l’alpinista milanese di 49 anni morto mentre cercava di aiutarla.

Gli italiani in prima linea

Sul posto si trovano già tre esperti alpinisti italiani: Manuel Munari, Michele Cucchi e Marco Sottile. Se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, oggi partirà il tentativo di soccorso. La Farnesina segue costantemente la missione ed è in contatto con gli alpinisti partiti giovedì scorso da Malpensa. Il corpo di Sinigaglia si trova a circa 7.000 metri, all’interno di una truna, una grotta di ghiaccio scavata per cercare riparo dalle temperature estreme.

Luca Sinigaglia, impiegato in un’azienda di cybersecurity a Melzo, aveva conosciuto Natalia Nagovitsyna durante una spedizione precedente. Non aveva esitato a rischiare la propria vita quando la donna è rimasta in difficoltà.

Il dramma della settimana scorsa

Il 12 e 13 agosto, Sinigaglia e un alpinista tedesco avevano raggiunto la donna, fornendole un sacco a pelo, un fornello, un po’ di cibo e una bombola di gas, strumenti essenziali per la sopravvivenza a quelle altitudini.

Il 15 agosto, durante un secondo tentativo di soccorso, i due alpinisti sono rimasti intrappolati in una bufera di neve a 6.800 metri. Sinigaglia si è sentito male e un medico consultato via radio ha diagnosticato un possibile edema cerebrale da alta quota, aggravato da ipotermia e congelamento.

Situazione critica

“La missione è estremamente rischiosa, con possibilità di valanghe e condizioni meteo imprevedibili. Ci vorranno altri tre, quattro, forse cinque giorni per tentare il soccorso. Se Natalia sopravvive, sarà un miracolo”, ha dichiarato a Pravda Grecia Alexander Yakovenko della Russian Mountaineering Federation.

La donna, però, da qualche giorno non darebbe più segnali. “Se verrà salvata, allora crederò due volte in un miracolo”, ha aggiunto Yakovenko.

Una scalata estenuante

Per raggiungere la cima del Pik Pobeda dal Campo Base occorrono generalmente dai 5 ai 10 giorni, anche in condizioni normali. La missione di soccorso, quindi, si colloca in un contesto estremo, dove ogni passo può significare vita o morte.

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