Sei gli indagati a rischio arresto. Il giudice deciderà sulle misure cautelari nei prossimi giorni
Si sono svolti a Milano gli interrogatori preventivi nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione urbanistica comunale, che vede coinvolti sei indagati per i quali la Procura ha chiesto misure cautelari, tra cui arresti domiciliari. I colloqui si sono svolti davanti al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, che dovrà ora valutare l’eventuale accoglimento delle richieste.
Il primo a comparire è stato Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, che ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il suo legale, l’avvocato Eugenio Bono, ha però respinto ogni addebito: “Non c’è alcun episodio corruttivo, né esiste un sistema come delineato dalla Procura”, ha affermato. La difesa ha depositato una memoria difensiva limitata alle esigenze cautelari, chiarendo che Marinoni si difenderà in sede di dibattimento.
Nella memoria si parla di una “sproporzionata ampiezza dell’indagine”, descritta come un vero e proprio “processo alla speculazione edilizia” che coinvolgerebbe l’intera città . La Procura, secondo la difesa, avrebbe messo in campo “giudizi morali” più che elementi oggettivi.
Si difende anche Giancarlo Tancredi, ex assessore comunale all’urbanistica e figura chiave dell’indagine, per il quale i pm hanno richiesto i domiciliari. Tancredi ha affermato di aver “sempre agito nell’interesse del Comune”. Nel frattempo, le sue deleghe sono state temporaneamente affidate alla vicesindaca Anna Scavuzzo.
Il giudice Mattia Fiorentini ha annunciato che depositerà la sua decisione “in un tempo congruo rispetto alla complessità del procedimento”, come precisato in una nota congiunta dei presidenti dell’Ufficio Gip-Gup, Ezia Maccora, e del Tribunale, Fabio Roia. Non essendo previsto un termine legale, l’ordinanza potrebbe arrivare entro la fine della prossima settimana. Solo a quel punto, nel caso di accoglimento delle richieste, le misure cautelari verranno notificate alle parti e non saranno più coperte da segreto istruttorio.
L’indagine continua a scuotere la politica e l’amministrazione milanese, con riflessi potenzialmente rilevanti sulla gestione del territorio e sui futuri assetti urbanistici della città .
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