GIOIA DEL COLLE - Una nuova inchiesta scuote la politica e la pubblica amministrazione pugliese. Otto persone, tra cui il sindaco di Gioia del Colle, Giovanni Mastrangelo, sono state perquisite dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine della Procura di Bari su presunte irregolarità negli appalti pubblici collegati all’emergenza Covid. Le accuse, a vario titolo, vanno da corruzione a falso, turbata libertà degli incanti e traffico di influenze illecite.
L’indagine, condotta dal procuratore Roberto Rossi e dalla pm Savina Toscani, è un filone dell’inchiesta che nel novembre 2024 aveva già portato agli arresti per tangenti nella Asl di Bari, con due dirigenti e un’impiegata colti in flagrante dalle telecamere mentre intascavano mazzette.
Al centro dell’inchiesta: Donato Mottola e il sistema degli appalti truccati
Nucleo dell’inchiesta è ancora una volta l’imprenditore Donato Mottola, originario di Noci, già coinvolto e arrestato nel 2021 per un'altra indagine sull’ex capo della Protezione civile pugliese Mario Lerario. Secondo gli inquirenti, Mottola avrebbe continuato a gestire un sistema corruttivo basato su favori, tangenti e appalti pilotati, riuscendo ad aggiudicarsi diversi incarichi pubblici durante e dopo l’emergenza pandemica.
Gli appalti sotto esame sono stati affidati tra la fine del 2021 e l’inizio del 2024 nei Comuni di Gioia del Colle, Bitetto e Bitritto, in favore delle società riconducibili a Mottola e a un altro imprenditore, Francesco Girardi, anch’egli già coinvolto in procedimenti simili.
Il caso Bitritto: appalto truccato e favori in cambio
Nel Comune di Bitritto, l’attenzione si concentra sull’appalto per la costruzione di una scuola primaria modulare. La Procura ipotizza che l’appalto sia stato “truccato” a vantaggio dell’impresa di Mottola grazie alla manipolazione dei requisiti di gara, condivisi in anticipo con la società . In pratica, sarebbero state trasmesse informazioni riservate come i dati tecnici, dimensionali ed economici dell’opera, prima ancora dell’indizione ufficiale della gara.
In cambio, secondo le ipotesi investigative, il Responsabile Unico del Procedimento (Rup) avrebbe ricevuto 56 quintali di legna, mentre un altro funzionario si sarebbe fatto promettere 60mila euro per agevolare l’impresa. Tra i favori contestati: la predisposizione da parte dell’imprenditore stesso di atti tecnici pubblici, l’invito a operatori “di comodo” per simulare regolarità , e l’omissione dei controlli su esecuzione dei lavori e pagamenti.
Gioia del Colle: il sindaco e l’appalto per la scuola prefabbricata
Altro capitolo riguarda una gara d’appalto a Gioia del Colle, per la fornitura di un prefabbricato scolastico destinato all’adeguamento di un istituto. Anche in questo caso, dati tecnici e informazioni sarebbero stati suggeriti dall’impresa vincitrice nella fase preliminare alla gara, con la complicità di funzionari pubblici.
Qui entra in scena un mediatore – anch’egli indagato – che, sfruttando la sua vicinanza al sindaco Mastrangelo, avrebbe fatto da tramite tra l’imprenditore e l’amministrazione comunale. In cambio del suo intervento, Mottola gli avrebbe promesso il 10% del valore dell’appalto. Sotto la lente anche l’affidamento dell’incarico per la progettazione dell’opera, che secondo gli inquirenti sarebbe stato manipolato per favorire sempre gli stessi soggetti.
Le indagini proseguono
Il 3 gennaio, il gip Giuseppe Ronzino ha concesso una proroga delle indagini, che proseguono per definire ruoli, responsabilità e ramificazioni del presunto sistema corruttivo. La posizione del sindaco Mastrangelo, attualmente indagato, resta al vaglio della magistratura.
Un’inchiesta che, ancora una volta, mette in luce il rischio di infiltrazioni corruttive nella gestione dell’emergenza sanitaria e nei relativi appalti pubblici. Gli sviluppi attesi nelle prossime settimane potrebbero allargare ulteriormente il raggio delle responsabilità .
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