FRANCESCO GRECO. Tutti ar mare, / tutti ar mare / a mostra' le chiappe chiare, / co' li pesci, / in mezzo all'onne, / noi s'annamo a diverti'. (Gabriella Ferri)
E dunque, no quorum.
Grande delusione dei referendari (alcuni hanno usato la tragedia dei Palestinesi per fare propaganda, altri per far cadere il governo: eticamente squallido), per altri, prova di maturità degli italiani. Letture infinite.
Su un aspetto però tutti possono concordare: si approfondisce la crasi fra il Paese reale e quello narrato da media e politici, due pianeti distanti anni-luce.
Ma delle elezioni ci si può fidare?
Galeotto il vento di tramontana. Era primavera, qualche anno fa, una bella giornata, l’ideale per un giro nelle vie di campagna in Salento per respirare e riempiersi di dolce energia.
Il vento scuoteva il coperchio di una scatola di cartone abbandonata nell’erba al ciglio della strada.
Sorpresa! Era piena di schede elettorali. Niente foto, si finisce nei guai per molto meno. Chi l’aveva buttata lì? Giorni dopo era sparita.
L’Italia è il solo Paese dell’Unione Europea dove si vota in due giorni. L’ideale per possibili brogli. Il voto elettronico, o via posta, è ignorato, scoraggiato.
Si bloccano tutte le scuole a ogni tornata elettorale, a cosa serve? Ci sono gli edifici pubblici, a cominciare dai Palazzi Comunali. E poi musei, biblioteche e quant’altro.
Ma se il problema è il mare, si potrebbero spostare i seggi in riva all’Adriatico, lo Jonio, il Tirreno, etc. Un gelato in premio a chi esce dal seggio. E, se consultazioni invernali, ai piedi delle montagne.
Ripetiamo: delle elezioni possiamo fidarci?
E’ ormai leggenda e sta anche su qualche libro di Storia: la Monarchia, al referendum del 1946, aveva vinto di due milioni di voti, che poi furono azzerati, si può pensare come.
E abbiamo anche da ridire sui meccanismi elettorali da oscurantismo: tendine cupe, seggi, segretezza.
Ma dove la democrazia è nata, nelle agorà della Grecia, a volte su certe tematiche si votava alla luce del sole, nelle piazze, pubblicamente: la società deve sapere come voti, dobbiamo vedere la tua faccia. Ti devi assumere le tue responsabilità .
Accade anche oggi in alcuni paesi della Svizzera.
Anni fa mi candidai alle elezioni comunali, mi votai da solo, ovviamente. La mia scheda era riconoscibile, ma allo spoglio non uscì: che fine aveva fatto? Cosa avviene la notte nei seggi quando tutti vanno a dormire?
Ricordiamo alcuni trucchi di cui si favoleggiava nell’altro secolo: con le punte di matita infilate nelle unghie, si poteva annullare una scheda sgradita e votarne una bianca a nostro piacimento. Sono solo alcuni, quelli più usati.
E, ripetiamo: cosa accade la notte nei seggi elettorali del Belpaese?
Avete notizia di referendum i cui esiti sono stati applicati?
Sull’acqua pubblica, giugno 2011, 26 milioni di italiani si espressero per l’acqua bene comune. Ce la dovrebbero dare free. E invece anni dopo, ecco un titolo: “Il referendum tradito: otto anni dopo l’acqua è ancora una fonte di profitto”, Altraeconomia, 1 marzo 2019.
E quello del finanziamento pubblico ai partiti? Oltre il 90 per cento (aprile 1993) disse si all’abolizione. Nel Paese del trasformismo dell’ipocrisia nel dna, oggi lo chiamano “rimborso” e intanto continuano a prendere soldi pure da gruppi privati, lobby, corporation, italiane e straniere.
Tornando ai referendum: ai referendari in lutto, suggeriamo alcuni temi per i quali non solo si raggiungerebbe il quorum (che Travaglio propone populisticamente di abbassare), ma si sfiorerebbe il 100 per cento di affluenza.
Eccone alcuni: Volete la guerra alla Russia?
Volete continuare ad applicare stupide e suicide sanzioni?
Volete continuare a mandare armi ai nazisti di Kiev?
Volete mandarle anche a Israele per il genocidio dei Palestinesi?
Volete che con i soldi del Pnrr si comprino armi?
Volete che ben il 3,5% (ma l'UE chiede il 5%) del Pil sia destinato alla difesa?
Volete le liste d’attesa che a volte significano attesa del funerale?
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