Otto morti nell’attacco missilistico iraniano su Israele, cresce la tensione in Medio Oriente


TEHERAN - Un bilancio tragico arriva dall’ultimo attacco missilistico lanciato nella notte dall’Iran contro il centro di Israele: sono otto i morti e almeno 90 i feriti. Secondo i media locali israeliani, le vittime includono due donne e un uomo di circa 70 anni a Petah Tikva, e un uomo di circa 80 anni a Bnei Brak.

Il conflitto si intensifica anche sul fronte iraniano: il ministero della Salute di Teheran ha reso noto che, dall’inizio dei raid israeliani venerdì scorso, sono almeno 224 i morti e 1.481 i feriti tra la popolazione iraniana.

La situazione resta altamente volatile. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l’uccisione dei vertici dell’intelligence dei Pasdaran, la Guardia Rivoluzionaria iraniana, segnando un’escalation di attacchi mirati.

Dal canto suo, il ministro degli Esteri iraniano ha ribadito la ferma posizione di Teheran: "Siamo pronti a difenderci". Nel frattempo, il leader supremo iraniano, Ali Khamenei, si troverebbe in un bunker sotterraneo, mentre restano avvolte nel mistero le trattative e il veto statunitense su un possibile ordine di uccisione.

Sul fronte diplomatico, il presidente americano Donald Trump spinge per un accordo, proponendo anche al presidente russo Vladimir Putin un ruolo da mediatore. La proposta, tuttavia, non trova sponda in Europa, con il presidente francese Emmanuel Macron che si è detto contrario a un coinvolgimento russo.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha invece ribadito l’urgenza di una soluzione negoziata con l’Iran per evitare un’escalation ulteriore.

Il tema della crisi mediorientale è al centro del vertice del G7 in corso a Kanànaskis, Canada, dove la premier italiana Giorgia Meloni ha avuto incontri bilaterali con il premier britannico Rishi Sunak e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Nel summit internazionale si punta a favorire una de-escalation e a rafforzare la cooperazione per la stabilità globale.

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