MOSCA — Il Cremlino “prende atto” delle dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ieri avrebbe assicurato a Vladimir Putin di non essere stato informato in anticipo degli attacchi ucraini contro obiettivi sul territorio russo nei giorni scorsi. Tuttavia, la Russia pretende una “forte condanna” da parte della comunità internazionale, lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, parlando con i giornalisti a Mosca.
Nonostante il messaggio distensivo ricevuto da Trump, il clima resta teso. Putin ha avuto nelle ultime ore due colloqui telefonici, uno con Trump e l’altro con papa Leone XIV, un gesto mai avvenuto dall'inizio del conflitto, che segna un nuovo livello diplomatico da parte del Cremlino. Tuttavia, il presidente russo ha ribadito in entrambe le conversazioni che “una pace immediata in Ucraina non è possibile” e che la Russia risponderà agli attacchi ucraini agli aeroporti, accusando l’Occidente di essere direttamente coinvolto nelle operazioni militari contro Mosca.
L'accusa all’Occidente e il gelo con Kiev
Nel mirino della leadership russa ci sono Stati Uniti, Regno Unito e Paesi NATO, sospettati da Mosca di aver fornito supporto logistico e informazioni strategiche all’esercito ucraino. Peskov ha ribadito che, secondo il Cremlino, “l’Occidente ha ormai superato il limite della neutralità”, contribuendo a trasformare il conflitto in una guerra indiretta tra Russia e NATO.
La tensione tra Mosca e Kiev resta altissima. Putin ha respinto ogni ipotesi di incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, affermando che “Kiev si sta trasformando in una vera e propria organizzazione terroristica”, con riferimento agli attacchi mirati su infrastrutture civili e aeroportuali nel territorio russo.
Da parte sua, Zelensky ha chiuso ogni spiraglio ai negoziati: “Putin usa i negoziati solo per prendere tempo e continuare la guerra”. Un’impasse diplomatica che allontana ulteriormente ogni possibile soluzione negoziata.
Leone XIV: “La Russia faccia un gesto di pace”
Nel colloquio con il pontefice, Putin avrebbe ribadito le ragioni dell’intervento russo, sottolineando che “la sicurezza nazionale è minacciata direttamente dall’espansione militare della NATO e dal sostegno occidentale a un regime ostile”. Leone XIV ha invece esortato Mosca a compiere un gesto simbolico o concreto in favore della pace, senza però ottenere impegni precisi da parte del Cremlino.
Washington alla NATO: “Serve prontezza, Putin prepara nuove mosse”
Nel frattempo, da Washington arriva un monito all’Alleanza Atlantica: “Putin si prepara a rilanciare l’offensiva: la NATO sia pronta”. Secondo fonti della difesa americana, il Dipartimento di Stato avrebbe chiesto ai Paesi membri un impegno minimo del 5% del PIL per la difesa, definito “non più un’opzione ma un’esigenza strategica”.
I segnali raccolti dagli apparati di intelligence fanno temere una nuova escalation sul fronte orientale, con Mosca pronta a colpire più duramente i rifornimenti occidentali in territorio ucraino e ad allargare la pressione militare verso le regioni di confine.
Conclusione: con le relazioni diplomatiche sempre più fredde, un cessate il fuoco sempre più lontano e l’accusa esplicita di coinvolgimento diretto dell’Occidente, il conflitto tra Russia e Ucraina entra in una fase ancora più pericolosa, mentre cresce la pressione su tutti gli attori internazionali per evitare un’escalation fuori controllo.
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