FRANCESCO GRECO - Sono passati 80 anni, ma ufficialmente si ignora ancora il numero dei morti, fra civili e militari. Chi dice 27, chi 30. Un numero enorme. Il Reggimento degli Immortali.
Né quante ragazzine furono stuprate dai soldati tedeschi.
La storia della II guerra mondiale è ancora tutta da scrivere. Ci hanno servito solo luoghi comuni e pregiudizi dettati dall’ideologia (e propaganda).
Intanto i Russi festeggiano gli 80 anni del sacrificio (Grande Guerra patriottica) e della vittoria. Una festa identitaria, della memoria. Nel dna e nella storia del popolo russo.
Aneddoti ben nascosti dalla narrazione ufficiale occidentale ma che contribuiscono a svelare quel che è accaduto. Pochi sanno che spesso le dottoresse sovietiche curavano i soldati tedeschi feriti e li nascondevano nelle retrovie (10, 20 km dal fronte).
Altro aneddoto, raccontato dal poeta Evgenij Evtushenko, era ancora un ragazzo (era nato nel 1932, in Siberia, è morto nel 2017), era lì, a Stalingrado.
Primavera 1945, guardava i tedeschi sconfitti, in ritirata, fra due ali di folla. C’è un soldato che avanza zoppicando, fasciato di bende insanguinate.
Una donna ha in mano una pagnotta, a un certo punto si stacca, si fa incontro e gliela porge. Forse aveva perduto il marito, il fratello, il padre, il figlio.
Potremmo continuare.
Oggi siamo immersi in una riscrizione della Storia. Un’operazione vergognosa. Furono l’Armata Rossa a entrare ad Aushwitz (Polonia, 27 gennaio 1945) e poi a Berlino (poco meno di 600 km, 16 aprile), anche perché c’erano rinchiusi i prigionieri Sovietici.
Questi fatti per il mainstream europeo sono “propaganda di Putin”.
Per una corrente di pensiero i Sovietici sarebbero tornati indietro e avrebbero chiamato gli Americani sia nel lager che a Berlino. E’ la teoria del film di Benigni, infatti premiato con l’Oscar (1999).
Gli storici Russi sostengono che a quel punto Stalin e i suoi discussero se proseguire la denazificazione fino in Portogallo. Stalin era stato educato in un seminario, in Georgia. Prevalse la linea diciamo umanitaria, l’idea dello stop: perché sarebbe costato ancora altre vittime, dolore, sacrifici umani.
Non solo: si accoppia la Russia al III Reich. Cos’era il III Reich? Tutti i governi europei al comando di Hitler nell’Operazione Barbarossa.
Oggi la Russia è accerchiata dalla NATO (“abbaia ai suoi confini”, Papa Francesco). Chi sta con Putin? La Serbia (Alexandar Vuĉić non ha adottato sanzioni), la Slovacchia (Robert Fico), ĉun po’ l’Ungheria (sempre più distante dall’UE).
Si fanno manifestazioni di commemorazione e la Russia la si esclude, chiamando invece i nazisti. Se ne fanno di parallele (Londra) per mettere il 9 maggio in ombra. E’ un caso o c’è un disegno preciso? Non c’è fumo senza fuoco.
La menzogna incuba altre tragedie. “Historia magister vitae” ma, come diceva Gramsci, non ha allievi.
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