ROMA - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge recante "Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale", nota come "legge Morandi", approvata dalle Camere lo scorso 20 marzo. Tuttavia, la firma è stata accompagnata da una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella quale il Capo dello Stato segnala alcune "discriminazioni" presenti nel provvedimento, che a suo avviso necessitano di essere sanate.
La lettera del Presidente Mattarella
"Ho promulgato in data odierna la legge recante "Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale", approvata dal Senato il 21 novembre 2024 e dalla Camera il 20 marzo 2025. Ho provveduto alla promulgazione riscontrando nella decisione del Parlamento una significativa manifestazione di solidarietà nei confronti della sofferenza dei familiari di vittime di eventi drammatici. Non posso peraltro sottrarmi al dovere di segnalare taluni punti che non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione", scrive Mattarella nella sua lettera.
Il Presidente solleva in particolare le seguenti criticità:
- Limitazione dei benefici alle sole vittime di cedimenti di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale: Mattarella evidenzia l'incertezza interpretativa della categoria "di rilievo nazionale" e l'irragionevolezza nell'escludere analoghi benefici per le vittime di cedimenti di altre sedi stradali o di strutture diverse, come scuole, ospedali o impianti sportivi.
- Discriminazione tra figli: Il Presidente sottolinea che l'articolo 2, comma 4, lettera b), va interpretato nel senso che i beneficiari dell'elargizione devono essere tutti i figli delle vittime, inclusi quelli nati da rapporti di convivenza o unioni civili, al fine di evitare un'inaccettabile discriminazione basata sullo stato civile dei genitori.
- Discriminazione nei confronti dei conviventi e delle parti di unioni civili: Mattarella critica l'ordine di priorità stabilito dall'articolo 2, comma 4, lettera c), che colloca i conviventi e le parti di unioni civili al terzo posto, dopo coniugi e figli. A suo avviso, tale collocazione è discriminatoria e contrasta con la giurisprudenza costituzionale.
- Equiparazione al coniuge solo in presenza di figli minori: Il Presidente contesta l'articolo 2, comma 5, che equipara al coniuge il convivente stabile solo in presenza di figli minori, ignorando la giurisprudenza costituzionale che esige l'equiparazione anche in assenza di figli.
- Ampia discrezionalità attribuita alle norme secondarie: Mattarella critica l'articolo 4, che demanda a norme secondarie il compito di individuare gli eventi dannosi e i beneficiari, senza fornire criteri sufficientemente dettagliati, in contrasto con il sistema costituzionale.
Invito al Parlamento e al Governo
Alla luce di queste criticità, il Presidente Mattarella rivolge un invito al Parlamento e al Governo a "considerare con attenzione i predetti rilievi e a valutare interventi integrativi e correttivi".
La promulgazione della legge, pur accompagnata da queste riserve, sottolinea la volontà del Capo dello Stato di riconoscere la sofferenza delle vittime e dei loro familiari, ma al contempo evidenzia la necessità di garantire la piena conformità del provvedimento ai principi costituzionali.
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