Romani: "Primarie solo in ultima istanza"

«Ci sono due punti su cui non si può che essere d’accordo col presidente Berlusconi. Primo, le primarie sono facilmente manipolabili dall’esterno. Secondo, le volte che le hanno utilizzate dentro il centrosinistra hanno sistematicamente portato a scelte sbagliate». Lo dice, in un'intervista al Corriere della Sera, Paolo Romani,
presidente del gruppo di  Forza Italia al Senato.
«Fino a qualche tempo fa - aggiunge - quando come Popolo della libertà viaggiavamo sopra il 30 per cento, era molto più semplice trovare l’accordo con gli alleati. Adesso che Forza Italia e la Lega di fatto si equivalgono è molto più difficile. Di conseguenza, se entrambi a una competizione presentiamo candidati su cui l’altro non è d’accordo, solo in quel caso possiamo tenere sullo sfondo il ricorso alle primarie». Per Romani bisogna  "ragionare sulle primarie come ultima istanza, tenerle sullo sfondo come ipotesi, è sempre meglio che andare divisi e perdere, non trova?».
«Detto questo non possiamo partire dalle primarie come ipotesi iniziale perché le nostre esperienze migliori, anche in tempi più recenti, vanno in tutt’altra direzione. Veda la candidatura di Giovanni Toti, vincitore in Liguria. Oppure quella del sindaco di Assisi Claudio Ricci, che stava per fare il miracolo in Umbria».

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