Pantani: ora si aspettano le prime mosse della procura

Dopo la presentazione dell'esposto dei familiari di Marco Pantani che riscrive la morte del Pirata, indirizzandola verso un omicidio volontario, ora si aspettano le prime mosse della Procura di Rimini. Inevitabilmente, visto il periodo feriale, gli accertamenti entreranno nel vivo solo a settembre. Venerdì il procuratore di Rimini Paolo Giovagnoli - il magistrato che a Bologna ha condotto l'inchiesta sulla morte di Marco Biagi - ha assegnato il fascicolo iscritto per omicidio volontario contro ignoti alla Pm Elisa Milocco, giunta da poco alla Procura romagnola. Milocco da oggi ha cominciato le ferie già programmate, ma intanto si è portata in vacanza anche le carte dell'esposto, per una prima presa di contatto. Lo stesso avv.Antonio De Rensis che assiste la famiglia di Pantani, e che ha redatto l'esposto, non si nasconde la complessità dell'accertamento che dovrà fare la magistratura: "Si tratta sicuramente di una indagine complessa, lunga e che avrà degli step, uno propedeutico all'altro. Ci saranno varie fasi".

"Sicuramente il vaglio comincerà a settembre - conferma De Rensis - però è importante che l'indagine sia partita con questo impulso". Uno degli aspetti messi in luce dall'esposto riguarda anche i tabulati ricavati dai cellulari degli spacciatori che fornivano la cocaina a Pantani e che hanno patteggiato pene a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni e 10 mesi, per spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Un traffico molto fitto, anche verso altri numeri, tra le 13 e le 20 del 14 febbraio 2004, quando il Pirata era già morto, ma non lo si sapeva ancora perché il corpo non era ancora stato scoperto nella stanza D5 presa in affitto dal vincitore del Giro e del Tour '98 al Residence Le Rose di Rimini: "Le telefonate - aggiunge il legale della famiglia Pantani - sono uno dei vari spunti: la rilettura del traffico telefonico potrà darci qualche indicazione". Secondo l'esposto il Pirata non sarebbe morto - questa è la nuova ipotesi - per una assunzione volontaria di cocaina in solitudine, come concluso dalla prima indagine.

Secondo gli elementi presentato dai familiari, quel 14 febbraio 2004 Marco potrebbe essere stato prima picchiato da persone che probabilmente conosceva e a cui avrebbe aperto la porta, poi una volta stordito sarebbe stato ucciso facendogli ingerire una grande quantità di cocaina diluita in acqua. La riapertura delle indagini è merito anche della tenacia di mamma Tonina: "Tutte quello che ho sempre sostenuto sulla morte di Marco ha trovato conferma - dice oggi -. Non mi sono sbagliata. Per niente. Mi hanno dato della matta, mi hanno detto di tutto ma io non ho mai mollato, e alla fine ho avuto ragione". E intanto i 'pantaniani' continuano a stringersi a lei: il suo messaggio di ieri su Facebook, con cui ha annunciato la riapertura dell'inchiesta, ha ricevuto migliaia di 'mi piace' e centinaia di condivisioni e messaggi.

"Forza Tonina, siamo con te e Marco é con Noi", dice Ana. "Solo applausi per questa mamma super!....Tonina campione nella vita come Marco in salita!", aggiunge Cristiano. E' arrivato anche il tweet di Vincenzo Nibali, fresco vincitore del Tour de France, il primo a trionfare a Parigi dopo il Pirata: "Ricordiamo Marco per il campione che è stato. Aspettiamo per rispetto la certezza dei fatti prima di giudicare".

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