Partito Democratico: oggi la direzione, il dimissionario Renzi non ci sarĂ , scissione ad un passo.


di LOREDANA CAVALLO - Il congresso del Pd è oramai avviato e la direzione, che si riunirà oggi alle 15:00, nominerà la commissione che gestirà il percorso che porterà ad un'inevitabile scissione. Matteo Renzi non parteciperà perché si è dimesso da segretario. Adesso tocca a Michele Emiliano, Roberto Speranza ed Enrico Rossi di decidere se sfidare Renzi nelle primarie di primavera o uscire dal partito.

"Mi auguro che ci possa essere un ripensamento per un passaggio come quello della scissione incomprensibile. Molto è stato accolto, ora è il momento della responsabilità". A dichiararlo il vicesegretario uscente del Pd, Lorenzo Guerini, intervenendo a Porta a porta. Quella della scissione, ha spiegato, "è una scelta dolorosa, impegnativa, che si pone su grandi questioni".

"Ed io - ha aggiunto Guerini - non vedo il tema su cui questa scissione si stia consumando. E non la comprende il nostro popolo. Gli elettori non capirebbero una scissione su una data del calendario, sulla data del congresso". Un congresso, ha aggiunto, che si farà tra aprile e maggio e non certo a giugno perché "per quella data ci sono le elezioni amministrative ed è interesse del Pd arrivarci con un congresso celebrato e una leadership forte, in modo così poi da poter fare tutti campagna elettorale".

"Guardo attonito al cupio dissolvi del Pd. Mi dico che non puĂ² finire così. Non deve finire così". E' l'appello lanciato dall'ex premier Enrico Letta su Facebook in queste ore di spaccature e rischio scissione all'interno del Partito Democratico. "Mentre tutto a Roma sembra finire - prosegue Letta - mi guardo indietro. Voglio dire con forza che non rinnego, anzi sento forte l'orgoglio di aver partecipato alla nascita dell'Ulivo prima e del Pd poi. Quella è una storia positiva. Lo è stata grazie ai suoi gruppi dirigenti e nonostante i suoi gruppi dirigenti. Ma è una storia che è stata soprattutto scritta da elettori e militanti, che vedo oggi sgomenti. Leggo, anche io sgomento, le cronache compulsive di questa fine accelerata. Ăˆ così facile distruggere. Quanto piĂ¹ difficile è il 'costruire'. A distruggere ci si mette un attimo, a costruire, una vita. Ricostruire da tutte queste macerie, per chi ci si metterĂ , sarĂ  lavoro ai limiti dell'impossibile". "Mi viene spontaneo pensare - dice ancora Letta - che per i casi del calendario proprio tre anni fa ero preso da altro sgomento, lasciando Palazzo Chigi dall'oggi al domani e cominciando una nuova vita, fuori dal Parlamento e dalla politica attiva. Quello era uno sgomento solitario. Oggi sento la stessa angoscia collettiva di tanti che si sentono traditi e sperano ancora che non sia vero. Tanti che chiedono di guardare all'interesse del Paese e mettere da parte le logiche di potere. Mai avrei pensato tre anni dopo che si potesse compiere una simile parabola. Proprio nel momento in cui l'Europa, in crisi piĂ¹ che mai, avrebbe bisogno dell'impegno creativo degli ulivisti e democratici italiani. E proprio nel momento in cui il nostro Paese appare lacerato e in cerca di nuove ispirazioni per uscire dalle secche nelle quali si trova".

"Oggi - è l'appello finale dell'ex premier - non ho altro che la mia voce, e non posso fare altro che usarla così, per invocare generositĂ  e ragionevolezza. No, non puĂ² finire così". 

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