Torino, 15 dicembre 2025 – Mohamed Shahin, imam del quartiere torinese di San Salvario, è stato liberato dalla detenzione nel Centro di permanenza per i rimpatri di Caltanissetta. La Corte d’Appello di Torino ha accolto il ricorso dei legali dell’uomo, disponendo la cessazione del trattenimento poiché, secondo i giudici, non sussistono elementi tali da configurare un pericolo concreto per lo Stato o per l’ordine pubblico. Contestualmente, la questura di Caltanissetta ha emesso un permesso di soggiorno provvisorio a favore dell’imam, trattenuto dal 24 novembre in esecuzione di un decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
La decisione dei giudici si basa sui “nuovi elementi emersi”, tra cui l’archiviazione immediata da parte della procura di Torino di una denuncia relativa alle frasi pronunciate dallo stesso Shahin durante una manifestazione Pro Pal lo scorso ottobre. La Corte ha inoltre sottolineato che l’imam, residente in Italia da vent’anni, è completamente incensurato e non rappresenta una concreta minaccia.
Sulla vicenda si è pronunciata la premier Giorgia Meloni, esprimendo preoccupazione per la decisione dei giudici: “Parliamo di una persona che ha definito l’attacco del 7 ottobre un atto di ‘resistenza’, negandone la violenza. Che, dalle mie parti, significa giustificare, se non istigare, il terrorismo. Qualcuno mi può spiegare come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani se ogni iniziativa in questo senso viene sistematicamente annullata?”. Fonti ministeriali riferiscono che il Viminale sta valutando la possibilità di presentare ricorso contro la sentenza.
La vicenda ha suscitato reazioni anche tra i partiti. Alleanza Verdi Sinistra (Avs) ha chiesto il ritiro del decreto di espulsione, definendo “gravissimo” il provvedimento di Piantedosi e accusando il governo di aver “alimentato un clima di sospetto verso una persona innocente”. Il vicecapogruppo Avs alla Camera, Marco Grimaldi, insieme ad altri rappresentanti locali, ha sottolineato che “Shahin è stato privato della libertà senza motivo. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il danno umano e civile resta”.
Dall’altra parte, Forza Italia ha espresso “sconcerto” per la liberazione dell’imam. Roberto Rosso e Marco Fontana hanno sottolineato il rischio che la decisione possa trasmettere un messaggio pericoloso, soprattutto alla luce di recenti attentati e manifestazioni “Pro Pal” sfociate in episodi di eversione.
La vicenda, che ha acceso il dibattito tra sicurezza nazionale e diritti individuali, resta dunque al centro dell’attenzione politica e istituzionale, con possibili sviluppi nei prossimi giorni.

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