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Berlino, 16 novembre 2025 – In occasione della Giornata del lutto nazionale a 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto un discorso davanti al Bundestag, il Parlamento federale tedesco, sottolineando il valore della memoria storica e l’urgenza di tutelare i civili nei conflitti contemporanei.
“La guerra di aggressione è un crimine”, ha esordito Mattarella, ricordando che oggi oltre il 90% delle vittime dei conflitti sono civili, con bambini, donne e anziani che pagano il prezzo più alto. Il Presidente ha citato esempi attuali, come le situazioni di Kiev e Gaza, per evidenziare come il volto della guerra non sia più solo quello del combattente, ma della popolazione inerme.
Secondo Mattarella, la pace non può essere considerata un traguardo definitivo, ma va coltivata costantemente attraverso il rispetto dei valori condivisi e della dignità umana. “Quanti morti occorreranno ancora prima che si cessi di guardare alla guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli Stati? ‘Nie wieder’. Mai più guerra”, ha affermato, richiamando l’impegno internazionale a non ripetere le tragedie del passato.
Il Capo dello Stato ha inoltre sottolineato il ruolo della democrazia e del diritto internazionale umanitario come strumenti fondamentali per proteggere la popolazione civile. “Nessuna circostanza eccezionale può giustificare bombardamenti nelle aree abitate, l’uso cinico della fame come arma o la violenza sessuale. La distinzione tra civili e combattenti deve essere sempre rispettata”, ha aggiunto.
Mattarella ha ricordato che il Novecento ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli, con deportazioni e genocidi che hanno segnato la storia europea. Oggi, ha detto, è essenziale unire memoria e impegno attivo per la pace, affinché le nuove generazioni comprendano l’importanza di risolvere le controversie senza ricorrere alla violenza.
Il discorso ha concluso la giornata di commemorazione, riaffermando il ruolo dell’Italia e della Germania nella costruzione di una cultura della pace, del dialogo e della tutela dei diritti umani, principi fondanti della comunità internazionale.
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