Milano – Luigi Morcaldi, l’uomo accusato di aver ucciso la sua ex compagna Luciana Ronchi, ammette di essere stato lui, ma cerca di minimizzare la gravità del gesto. “Io pensavo due coltellate, non 14”, avrebbe detto durante l’interrogatorio davanti ai magistrati Leonardo Lesti e Giovanni Tarzia, sostenendo di non aver voluto uccidere, ma solo “farle del male”.
Il video dell’agguato, avvenuto in via Grassini, quartiere Bruzzano, mostra tuttavia una violenza impressionante: Morcaldi colpisce la donna ripetutamente al volto e al collo. Nel racconto, l’ex marito si concentra sul nuovo compagno di Luciana, chiamandolo ripetutamente “Puffo”, e afferma che la sua rabbia era rivolta a lui, non alla vittima.
L’uomo, 64 anni, ricorda episodi del passato e litigi con Luciana, descrivendo piccoli scontri domestici che definisce “scaramucce”, senza ammettere alcuna escalation di violenza. Morcaldi cita inoltre fantasiose teorie di complotto e presunte intimidazioni da parte di terzi, oltre a discutere di denaro e beni di cui sarebbe in possesso, in netto contrasto con le condizioni di vita precarie che descrive.
Tra gli elementi rinvenuti, anche una lettera indirizzata al figlio, mai consegnata, in cui sfoga rabbia e frustrazione nei confronti di Luciana, testimonianza della violenza e dell’odio che hanno caratterizzato il gesto fatale.
L’inchiesta continua, con gli investigatori del Nucleo tutela donne e minori della polizia locale impegnati a ricostruire le dinamiche dell’omicidio e i motivi del raid killer.

0 Commenti