Milano, femminicidio Pamela Genini: Gianluca Soncin si avvale della facoltà di non rispondere


Milano, 16 ottobre 2025 – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Gianluca Soncin, il 52enne di origine biellese accusato di aver ucciso martedì sera la sua ex compagna Pamela Genini, 29enne modella e imprenditrice bergamasca. L’interrogatorio davanti al gip Tommaso Perna si è svolto questa mattina: il provvedimento di convalida del fermo e l’applicazione della misura cautelare in carcere sono attesi entro oggi.

La dinamica dell’omicidio

La tragedia è avvenuta nell’appartamento di Genini a Milano intorno alle 21.30. Soncin avrebbe fatto irruzione usando una copia delle chiavi ottenuta settimane prima. La vittima, al telefono con un ex fidanzato, ha urlato “aiuto” prima che gli agenti arrivassero. Nonostante il tentativo di indicare il piano fingendo una consegna a domicilio, Soncin l’ha accoltellata ripetutamente: il primo accertamento medico-legale parla di almeno 24 coltellate. L’autopsia nei prossimi giorni definirà con precisione il numero dei colpi e quali siano stati letali.

Una relazione violenta e prolungata

La relazione tra Soncin e Genini era iniziata nel marzo 2024. Secondo le ricostruzioni, l’uomo aveva mostrato subito comportamenti violenti e possessivi: percosse, minacce di morte, costrizioni a lasciare il lavoro e trasferirsi a Cervia da lui. In più occasioni avrebbe tentato di ferirla con cocci di bottiglia e coltelli. La Procura di Milano sta verificando eventuali denunce depositate in altre sedi giudiziarie; nel capoluogo lombardo non risultano denunce pregresse.

Il fermo e il sequestro di armi

Soncin si trova ora nel carcere di San Vittore, in stato di fermo e isolamento. Dopo l’omicidio si è autoinferito tagli che hanno richiesto il ricovero notturno all’ospedale Niguarda. Gli investigatori hanno sequestrato nella sua abitazione una decina di coltelli, cutter e armi a serramanico, simili a quello usato per uccidere Genini, e alcune pistole scacciacani.

L’interrogatorio e le condizioni dell’imputato

Durante l’interrogatorio davanti al gip, Soncin è rimasto in silenzio. La precedente avvocata, Simona Luceri, revocata dal 52enne, aveva dichiarato che l’uomo “non è lucido” e non ha ancora preso consapevolezza dell’accaduto. Soncin ha nominato un avvocato di fiducia per decidere la strategia difensiva. La Procura ha chiesto la convalida del fermo e la misura cautelare in carcere per omicidio pluriaggravato.

Testimonianze e ricostruzione

Le indagini, coordinate dalla pm Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, hanno raccolto numerose testimonianze. Vicini e conoscenti hanno raccontato un crescendo di vessazioni e violenze: urla disperate della vittima, schiaffi, minacce e un clima di terrore durato per oltre un anno e mezzo. La ricostruzione testimoniale conferma un quadro agghiacciante di stalking, intimidazioni e soprusi che hanno preceduto il femminicidio.

Il caso è al centro dell’attenzione della Procura di Milano e resta alta la vigilanza sulla gestione dell’imputato in carcere, mentre la città riflette sulla gravità del femminicidio e sulla prevenzione della violenza di genere.

Posta un commento

0 Commenti