WASHINGTON/CARACAS, 31 ottobre 2025 – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha risposto con un secco “no” a chi gli chiedeva se stesse valutando un attacco militare contro il Venezuela. La dichiarazione arriva dopo la diffusione, da parte del Wall Street Journal, di rapporti secondo cui l’amministrazione americana avrebbe identificato obiettivi da colpire, tra cui strutture militari sospettate di legami con il traffico di droga, porti e aeroporti sotto controllo dell’esercito venezuelano. Nessuna decisione definitiva era stata comunque presa.
Intanto, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha scritto a Vladimir Putin, così come a Cina e Iran, chiedendo supporto militare per rafforzare le difese del Paese contro possibili raid statunitensi nei Caraibi.
Il contesto della campagna anti-droga
Secondo Washington, l’obiettivo sarebbe colpire i legami tra il regime di Maduro e i cartelli della droga, in particolare per contrastare il traffico di cocaina verso gli Stati Uniti. Trump ha inoltre collegato il Venezuela anche al flusso di fentanyl, pur riconoscendo che la sostanza viene principalmente prodotta in Messico con precursori dalla Cina, senza prove di coinvolgimento diretto di Caracas.
Il Pentagono ha inviato una portaerei nei pressi di Trinidad e Tobago, mentre bombardieri B-52 e B-1 hanno compiuto missioni di ricognizione lungo la costa venezuelana. Trump ha confermato di aver autorizzato la CIA a condurre operazioni segrete nel Paese.
Maduro respinge le accuse
Maduro nega ogni complicità con il narcotraffico e ha illustrato operazioni di intercettazione di aerei sospetti. Ha anche annunciato di aver chiesto al Tribunale Supremo di Giustizia di autorizzare la revoca della cittadinanza a cittadini che sostengano un’invasione militare straniera, citando in particolare l’oppositore Leopoldo López, rifugiato in Spagna.
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, continua a definire il Venezuela un “narco-Stato gestito da un cartello”, ribadendo la linea di pressione di Washington contro il regime di Maduro.

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