Vertice NATO dell’Aja: accordo storico sulle spese militari al 5% del PIL entro il 2035. Scontro Trump–Sanchez sulla deroga spagnola


L'AJA - Il vertice della NATO tenutosi all’Aja si è chiuso con un’intesa epocale tra i 32 Paesi membri dell’Alleanza: entro il 2035, gli alleati si impegnano a destinare il 5% del PIL annuo alla difesa e alla sicurezza. Una decisione che avrĂ  riflessi non solo sul comparto militare, ma anche su settori civili strategici come le infrastrutture, le telecomunicazioni e l’energia.

Le cifre dell’intesa

L’accordo prevede che il 3,5% del PIL sia destinato esclusivamente alle spese militari, mentre l’1,5% restante coprirĂ  investimenti in sicurezza piĂą ampia, come sistemi digitali e difesa cibernetica. Un impegno finanziario che per l’Italia — che nel 2024 ha investito circa 33 miliardi di euro in difesa — potrebbe tradursi in una spesa annua vicina ai 78 miliardi nei prossimi dieci anni.

Il presidente statunitense Donald Trump ha definito l’intesa una “vittoria monumentale”, sottolineando la necessitĂ  di rafforzare l’Alleanza di fronte alle “minacce persistenti” rappresentate da Russia e terrorismo. Tuttavia, le tensioni non sono mancate.

La Spagna si smarca: Sanchez ottiene una deroga

A creare attrito è stata la Spagna. Il premier Pedro Sanchez, pur firmando il documento finale, ha ottenuto una deroga al tetto del 2,1% del PIL, ben al di sotto del target del 5%. Secondo Madrid, raggiungere la soglia fissata significherebbe uno sforzo economico insostenibile, equivalente a 350 miliardi di euro, che comporterebbe inevitabili sacrifici su pensioni, istruzione e tasse.

Sanchez ha parlato di “vittoria politica”, ringraziando l’alleanza per aver rispettato la sovranitĂ  spagnola e affermando che il suo governo garantirĂ  comunque il raggiungimento delle capacitĂ  militari richieste.

Dura replica di Trump: “Pagheranno dazi doppi”

Durissima la risposta di Trump: “Una scelta terribile, Madrid pagherĂ  dazi doppi”, ha detto in conferenza stampa, annunciando possibili ripercussioni commerciali per la Spagna. Lo scontro a distanza tra i due leader ha animato anche il dibattito mediatico, come approfondito nella puntata del 25 giugno di “Numeri” su Sky TG24, dove si è analizzato l’impatto della nuova intesa sulle economie nazionali.

L’Italia e la posizione di Meloni

La premier italiana Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per il risultato del vertice, rassicurando che l’Italia rispetterĂ  gli impegni presi senza ricorrere a tagli nei settori chiave del welfare e dell’istruzione. Roma, ha sottolineato Meloni, può contare su una solida base industriale nella difesa: l’85% della produzione di armamenti nel 2024 è avvenuta a livello nazionale.

Il documento congiunto: unitĂ  e flessibilitĂ 

A sbloccare l’impasse con Madrid è stata una lettera del segretario generale della NATO Mark Rutte, che ha garantito “la giusta flessibilitĂ ” nell’applicazione dei criteri. Alla fine, tutti i membri hanno firmato il documento congiunto, ribadendo la volontĂ  dell’Alleanza di restare unita in un momento storico di instabilitĂ  geopolitica.

Il vertice dell’Aja segna quindi una svolta nella strategia della NATO, con l’obiettivo di consolidare la sicurezza euro-atlantica nel prossimo decennio, anche a costo di profondi cambiamenti nelle prioritĂ  di bilancio dei singoli Paesi membri.

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