UE, game over


FRANCESCO GRECO.
Suicidio UE. Fra patti di stabilità che hanno provocato depressione economica, povertà diffusa e volgari istinti guerrafondai. Mistica della guerra, "igiene del mondo" (F. T. Marinetti). Contro le sue stesse nobili radici, che ipocritamente ancora si citano (la filosofia greco-romana e le origini spirituali giudaico-cristiane).

Ora si è infilata in un tunnel viscido di relativismo culturale e politico, di cui non si intravede la fine. Si citano i “padri” (da Konrad Adenauer ad Altiero Spinelli), si ristampa il Manifesto di di Ventotene spacciandolo per una sorta di Bibbia che resiste al tempo.

Fingendo di non sapere che ha 80 anni (1944), una glaciazione col ritmo esponenziale che il tempo ha assunto e in cui ci si ritrova vecchi, attaccati a paradigmi di decodificazione del reale datati dalla sera alla mattina.

Dal 24 febbraio 2022 mai una parola di pace sulla bocca dei leader europei. Da Macron (Micron) a Merz alla stessa Meloni, che è arrivata dicendo sovranismo e poi si è appiattita sul più becero atlantismo.

Un popolo pacifico, accogliente, generoso come il nostro è stato masochisticamente scagliato contro la Russia storicamente amica (i nostri architetti costruirono i più bei palazzi di San Pietroburgo) e partner attraverso sanzioni suicide e armi agli ucraini.
 
Seguendo la scuola di pensiero “fino all’ultimo ucraino”.

L’Europa si è de facto intromessa in una faccenda interna alla Russia, parlando di valori alti (libertà, democrazia). Sapendo che la Nato si era allargata a Est nonostante i due trattati di Minsk. E che Mosca vuole solo la sicurezza alle frontiere e niente nazi nelle regioni russofone. Nessuna espansione "fino al Portogallo", né tantomeno guerra di civiltà.
Di cui l’Europa è maestra: leggi colonialismo, schiavismo, rapina delle risorse di chi ha portato questi disvalori per secoli in tutti i Continenti. Abbiamo distrutto intere civiltà.

L’Europa e l’Occidente combattono una guerra per procura, incitando e finanziando l’Ucraina. Se ne deduce che le leadership europee, con questo atteggiamento e, ripetiamo, finanziandola, si sono sporcati le mani di sangue.
 
“Prova di idiozia politica, irresponsabilità, stupidità” (Vincenzo De Luca, governatore della Campania).

La narrazione però solleva polveroni propagandistici e non permette di capire che l’operazione “spezziamo le reni alla Russia” è fallita. Anche altri Paesi esportano uova e mozzarelle. Infatti il pil di Mosca previsto + 4 è andato al 4,5 per cento.

L'UE insomma le ha sbagliate tutte: voleva dividere la Russia in sette regioni e mettere le mani sulle sue infinite risorse (Tavola di Mendeleev). Operazione di stolto colonialismo. Voleva aizzare Mosca contro Pechino e invece ha rinsaldato l'alleanza. Aggiungendoci l'India. Oltre agli altri BRICS.

Ora ci si arma millantando il diritto alla difesa da una minaccia che non c’è. E’ la teoria sottintesa dell’adunata oceanica del 15 marzo a Roma col subcomandante Serra, nuovo duce per una nuova “giovinezza primavera di bellezza”. Per altro in conflitto di interessi: il suo editore non fabbrica anche armi?
 
La narrazione è quella. Dell’Europa alla Russia, come dicono a Trastevere, non gliene può fregar di meno. Le sanzioni le ha assorbite. Anche perché ricco di materie prime. E ha spostato l’asse dei suoi scambi commerciali intensificandoli in Asia e in Africa. E poi, cosa dovrebbe esportare Mosca all’Europa, un continente vecchio e sfatto dall’individualismo e dal darwinismo sociale? Le dentiere e i pannoloni dei "volenterosi"?

La censura impedisce di vedere la realtà. Per dire, quanti sanno che i Paesi BRICS (e non solo) stanno spostando a Est la moda? Fra poco non compreranno più manco i vestiti. Dal 13 al 18 marzo scorso c’è stata la Moscow Fashion Week, 200 brand, 90 sfilate di marchi da Cina, Russia, USA, Spagna, India, Turchia, etc.

Cos’è oggi, infine, l’UE? Una volgare declinazione dai tratti antidemocratici (quante basi USA e testate atomiche abbiamo? Quanti soldi e a armi a Kiev? Boh!), dove le élite tiranneggiano i popoli, che vive di diktat: armi fatte pagare ai popoli (se non mangi i bilanci tornano in nero ma muori), welfare destrutturato.

E ancora: il Green Deal, la carne sintetica, la farina di grilli e larve, etc., tutto da accettare per fede (il fatto che produrli costa meno energia forse è una leggenda metropolitana), senza uno straccio di evidenza scientifica.

L’Europa dunque si suicida con la scansione guerrafondaia che porterà più miseria e apre le porte a scenari rischiosi, inimmaginabili.
 
Si allarga scandalosamente la diaspora fra élite e popoli, per cui le leadership, le classi dirigenti, stanno correndo verso la loro autodistruzione trascinando i popoli (da noi sta per tornare la leva obbligatoria).

Cosa si dovrebbe fare? Un bagno di sano e onesto realismo. Finirla con le narrazioni taroccate, le utopie, le pie illusioni, la "neolingua" direbbe George Orwell.
 
La respirazione bocca a bocca con un cadavere, un naufrago dai movimenti convulsi che rischia di affogarci.
 
Se in decenni si è solo costruito una moneta, vuol dire che nei prossimi non avrà mai un’anima e i popoli subiranno ancora.

E quindi, ognuno si riprende la sua sovranità e se ne va a casa a trattare direttamente sui mercati, senza vincoli e briglie per poter spendere (ricordate i 209 mld di Conte? Li stiamo pagando con interessi altissimi).
 
E’ la sola via di salvezza. Prima lo si fa, meglio è.
 
Ma con un'altra classe politica, perché, come diceva Einstein: "Chi ha provocato il disastro, non può essere chiamato a porvi rimedio".

UE, game over!

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