Divieto d’ingresso per Afghanistan, Iran, Libia e altri nove Stati. Limitazioni anche per cittadini di Cuba e Venezuela. Sospesi i visti per studenti stranieri a Harvard
Washington – Il presidente americano Donald Trump ha annunciato un divieto totale d’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di dodici Paesi, tra cui figurano Afghanistan, Iran, Libia, Sudan e Yemen. Lo ha comunicato la Casa Bianca in una nota ufficiale, sottolineando come le nuove restrizioni si applichino sia ai migranti sia ai non migranti, cioè anche a chi viaggia per motivi di studio, lavoro o turismo.
I Paesi interessati dal provvedimento sono: Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. A questi si aggiungono sette Stati per i quali sono previste limitazioni parziali: Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.
Trump: “Serve proteggere il Paese da terroristi stranieri”
Il presidente ha motivato la decisione con ragioni di sicurezza nazionale, facendo riferimento diretto al recente attacco antisemita a Boulder, in Colorado, nel quale sono rimaste uccise otto persone. L’attentatore, Mohamed Soliman, era di origine egiziana – un Paese che, però, non compare nella lista nera stilata dalla Casa Bianca.
«Il recente attacco terroristico ha evidenziato gli estremi pericoli che l’ingresso di cittadini stranieri non adeguatamente controllati può comportare», ha detto Trump in un videomessaggio pubblicato sui social media. «Il divieto ha lo scopo di proteggere il nostro Paese da terroristi stranieri e da altre minacce alla sicurezza nazionale».
Reazioni: Venezuela accusa, Harvard si ribella
Immediate le reazioni internazionali e interne. Il Venezuela, uno dei Paesi colpiti da limitazioni, ha lanciato un’allerta ai suoi cittadini: «Viaggiare negli Stati Uniti è un grande rischio per chiunque, non solo per i venezuelani», ha dichiarato il ministro degli Interni Diosdado Cabello, accusando Washington di discriminazione.
Ma la decisione più controversa è forse quella che riguarda l’università di Harvard. Trump ha annunciato la sospensione dei visti per gli studenti stranieri che intendono frequentare l’ateneo di Cambridge, definendo la misura “necessaria” per evitare che l’immigrazione studentesca venga utilizzata come “scappatoia” per altri fini.
Harvard ha risposto duramente: «Questa è l’ennesima misura illegale di ritorsione presa dall’Amministrazione in violazione dei diritti costituzionali», ha dichiarato un portavoce. L’università ha confermato che continuerà a sostenere e difendere i propri studenti internazionali.
Escalation elettorale e tensioni globali
Il provvedimento si inserisce in un clima politico rovente a pochi mesi dalle presidenziali USA e segna un ulteriore irrigidimento della linea Trump sull’immigrazione, coerente con le sue scelte già assunte nei precedenti mandati. La nuova ondata di divieti ha già innescato forti polemiche anche all’interno del Congresso e fra le organizzazioni per i diritti civili, che annunciano battaglia legale.
Trump, intanto, rilancia: «Abbiamo il diritto – e il dovere – di decidere chi entra nel nostro Paese». E la sfida sull’immigrazione si candida a diventare uno dei temi centrali della campagna elettorale americana.
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