Per la prima volta in Italia, applicata l’amministrazione giudiziaria a una società calcistica ai sensi del Codice Antimafia
FOGGIA – Una svolta senza precedenti ha scosso il mondo del calcio e la città di Foggia: la Polizia di Stato ha eseguito una misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria nei confronti della società sportiva Calcio Foggia 1920, disposta dal Tribunale di Bari – Sezione Misure di Prevenzione. Si tratta del primo caso in Italia in cui viene applicato l’art. 34 del Codice Antimafia a un club calcistico, con l'obiettivo di liberarlo dal controllo mafioso.
Il provvedimento è stato adottato su proposta congiunta del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, del Procuratore Distrettuale di Bari e del Questore di Foggia. Contestualmente, sono state eseguite misure cautelari nei confronti di quattro persone, ritenute gravemente indiziate di tentata estorsione ai danni del presidente della società sportiva.
Mafia e ultras: un’alleanza criminale
Le indagini hanno ricostruito una campagna di intimidazione e violenza messa in atto da frange ultras legate alla criminalità organizzata foggiana, la cosiddetta “Società Foggiana”. L'obiettivo era chiaro: costringere il presidente del Calcio Foggia 1920 a cedere la società , rifiutatosi di affidare a questi gruppi la gestione di sponsorizzazioni, accrediti, assunzioni e altre leve interne.
Un vero e proprio ricatto mafioso, che si è concretizzato in atti gravissimi: dall’esplosione di colpi di fucile contro l’auto dell’allora capitano del Foggia, il 18 giugno 2023, fino al posizionamento di un ordigno esplosivo artigianale vicino al veicolo dell’allora vicepresidente Emanuele Canonico, parcheggiato presso la sede dell’impresa CN Costruzioni Generali Spa a Modugno.
Intercettazioni, attentati e minacce: una strategia del terrore
Il clima di terrore non ha risparmiato né i dirigenti, né i giocatori, né le famiglie. Le intercettazioni ambientali, i documenti sequestrati, e persino un foglio manoscritto contenente gli obiettivi delle azioni criminali, hanno permesso alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, con la collaborazione della Procura di Foggia, di ricostruire un quadro chiaro e inquietante: un’unica regia criminale volta a destabilizzare la società e influenzarne la governance.
Anche minorenni sono stati coinvolti nell’esecuzione di attentati incendiari, uno dei quali è stato colto in flagranza di reato, a conferma del radicamento sociale e generazionale del fenomeno mafioso.
Amministrazione giudiziaria per ripristinare la legalitÃ
Il Tribunale di Bari ha accolto la proposta di amministrazione giudiziaria della società calcistica, strumento previsto per sottrarre temporaneamente le imprese ai condizionamenti mafiosi, salvaguardandone l’attività e ponendole sotto il controllo dello Stato. L’obiettivo è restituire al più presto la società sportiva a una gestione sana, lontana da logiche criminali.
DASPO “fuori contesto” per 52 pregiudicati
Parallelamente, il Questore di Foggia ha adottato 52 provvedimenti di DASPO “fuori contesto”. Si tratta di misure preventive non legate a episodi avvenuti negli stadi, ma comminate a soggetti con precedenti per criminalità organizzata, traffico di droga, armi, reati contro il patrimonio e contro la persona. A questi soggetti è ora vietato l’accesso agli impianti sportivi, anche se non coinvolti direttamente in disordini durante le partite.
Questa misura si inserisce nell’attuazione delle nuove direttive del vertice della Polizia di Stato, volte a prevenire l’infiltrazione criminale negli eventi sportivi e a tutelare l’ordine pubblico.
0 Commenti