Il governo proclama cinque giorni di lutto. Frizioni politiche sul sovrapporsi con la Festa della Liberazione
Roma – Il Consiglio dei Ministri, riunitosi ieri in seduta straordinaria, ha ufficialmente proclamato cinque giorni di lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile. La decisione, fortemente sostenuta dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, estende il periodo di lutto fino a sabato 26 aprile, giorno dei funerali del Pontefice, includendo dunque anche il 25 aprile, giornata simbolo della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Una scelta che ha immediatamente sollevato polemiche nel panorama politico italiano, soprattutto da parte dell'opposizione, che ha accusato il governo di voler oscurare o ridimensionare il significato storico e civile della Festa della Liberazione.
Il caso Musumeci e le reazioni
A innescare ulteriori tensioni sono state le dichiarazioni del ministro Nello Musumeci, che al termine del Cdm ha affermato:
“Il 25 aprile? Tutte le cerimonie sono consentite, con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno.”
Parole che non hanno tardato a suscitare reazioni dure e indignate. Il Partito Democratico ha annunciato che sospenderà le attività di partito solo fino al 24 aprile, ritenendo eccessiva l’estensione del lutto alla giornata del 25. Più espliciti i portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra, che accusano Palazzo Chigi di mostrare ancora una volta una “allergia ideologica alla Liberazione e ai suoi valori”.
Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani, ha invitato i sindaci alla disobbedienza civile, suggerendo di non esporre le bandiere a mezz’asta il 25 aprile. Anche Rifondazione Comunista ha annunciato una partecipazione ancora più decisa alle celebrazioni, promettendo una piazza "più forte, più arrabbiata, più speranzosa".
Il silenzio (strategico) dei 5 Stelle
Diverso l’approccio del Movimento 5 Stelle, che non ha rilasciato commenti ufficiali. Da fonti vicine a Campo Marzio si apprende tuttavia l’intenzione del partito di non alimentare le polemiche in un momento di lutto, pur confermando pieno impegno per le celebrazioni del 25 aprile.
Il contesto
La decisione del governo non è priva di precedenti: nel 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II, furono proclamati tre giorni di lutto nazionale. Alcuni membri dell’esecutivo avevano proposto di seguire la stessa linea. Tuttavia, la premier Meloni ha insistito per un ampliamento del periodo, in segno di massimo rispetto per la figura di Papa Francesco, la cui eredità spirituale e sociale è riconosciuta a livello mondiale.
Il culmine delle commemorazioni avverrà sabato 26 aprile, con i funerali solenni sul sagrato della Basilica di San Pietro, alla presenza di capi di Stato e leader religiosi da tutto il mondo. Le celebrazioni istituzionali culmineranno inoltre con l’omaggio ufficiale alla Camera dei Deputati, dove oggi pomeriggio, alle ore 16, è attesa anche la Presidente del Consiglio.
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