MILANO – Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso ad Alberto Stasi la semilibertà, a quasi dieci anni dalla condanna definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco. Il 41enne potrà trascorrere parte della giornata fuori dal carcere di Bollate, non solo per motivi di lavoro – è attualmente impiegato come contabile – ma anche per attività di reinserimento sociale. Sarà però obbligato a rientrare ogni sera nella struttura penitenziaria.
Il parere dei giudici
Nel provvedimento, i giudici della Sorveglianza sottolineano come Stasi abbia mantenuto in carcere un “comportamento in linea con l’accettazione della condanna”, nonostante abbia sempre ribadito la propria innocenza. Il tribunale ha rilevato anche che Stasi ha manifestato “empatia e sofferenza verso la vittima” e che il suo percorso detentivo si è sviluppato in modo “regolare”, con capacità di adattamento e utilizzo consapevole dei permessi premio.
Secondo la relazione degli operatori del carcere aggiornata al 1° aprile, la semilibertà rappresenta la naturale evoluzione del percorso di reinserimento, che ha già portato Stasi a interagire con l’esterno senza segnali evidenti di stigmatizzazione sociale.
Lo scontro sull’intervista a Le Iene
La decisione del tribunale arriva nonostante il parere contrario della Procura Generale di Milano, che aveva chiesto il rigetto della richiesta avanzata dai legali di Stasi, citando in particolare l’intervista concessa dal detenuto al programma televisivo Le Iene durante un permesso premio. Secondo la procura, Stasi avrebbe dovuto chiedere un’autorizzazione specifica per quel colloquio, mandato in onda alla fine di marzo.
I giudici, però, non hanno ravvisato alcuna infrazione. Nel provvedimento si legge che “non è stato rilevato alcun divieto espresso di avere rapporti con i giornalisti” e che, anche prescindendo da valutazioni formali, “il tono pacato dell’intervista” e il rispetto delle regole dimostrato da Stasi nel corso dei benefici penitenziari non costituiscono elementi in grado di inficiare il percorso positivo intrapreso.
Le parole della difesa
Soddisfatta la difesa di Stasi. L’avvocata Giada Bocellari ha sottolineato come il provvedimento confermi che “non è stata violata alcuna prescrizione” e che l’intervista, oltre a essere legittima, è stata condotta con “toni assolutamente pacati”, senza alterare il profilo comportamentale di Stasi in regime di detenzione.
Il significato della semilibertà
Prevista dall’articolo 48 dell’Ordinamento Penitenziario, la semilibertà consente a un detenuto di uscire dal carcere per svolgere attività lavorative, formative o socialmente utili, nell’ambito di un programma di trattamento approvato e sotto la responsabilità del direttore dell’istituto di pena. Si tratta di una misura che favorisce il reinserimento graduale nella società, riservata a chi dimostra progressi concreti nel proprio percorso rieducativo.
Stasi, condannato per un delitto che ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana, inizia così una nuova fase della sua detenzione, sempre all’interno del perimetro della giustizia, ma con uno sguardo al futuro e al ritorno – graduale – alla vita civile.
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