MYANMAR, BIRMANIA - Il bilancio delle vittime del devastante terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar venerdì 28 marzo continua a peggiorare. A tre giorni dal disastro, il Paese sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti, con oltre 1.700 morti accertati, secondo l’ultimo bilancio ufficiale provvisorio della giunta militare. Centinaia di persone risultano ancora disperse, ma le previsioni suggeriscono che il numero finale delle vittime potrebbe crescere in modo significativo, dipingendo un quadro di morte e distruzione di proporzioni devastanti.
I soccorsi, già complicati dalla vastità dei danni, sono ostacolati dalle continue scosse di assestamento che continuano a scuotere il Paese. Inoltre, la situazione è resa ancora più difficile dalla ripresa dell’offensiva militare contro i ribelli, un conflitto che dura ormai da anni e che è stato intensificato dalla giunta militare al potere dopo il colpo di stato del 2021. Questi fattori combinati hanno reso i tentativi di intervento e salvataggio estremamente difficili, mentre le infrastrutture e i servizi di emergenza sono stati gravemente danneggiati.
Di fronte al crescente numero di vittime e alla gravità della situazione, la giunta militare ha proclamato una settimana di lutto nazionale, come annunciato in una nota ufficiale diffusa dal governo. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la catastrofe, e l’attenzione è ora rivolta agli sforzi di soccorso e alle necessità immediate della popolazione colpita, tra cui cibo, acqua e assistenza medica.
La comunità umanitaria e le agenzie internazionali sono mobilitate, ma le sfide logistiche, politiche e militari rendono il lavoro ancora più arduo. Il Myanmar si trova ora ad affrontare una delle crisi più gravi della sua storia recente, con la speranza che gli sforzi di soccorso possano alleviare almeno in parte le sofferenze della popolazione colpita dal devastante terremoto.
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